anno 1625. 159 muro dell'antica chiesa dei Servi : mi astengo qui per brevità dal trascriverla, riservandomene in apposito mio lavoro, clic a tempo opportuno darò alla luce, in difesa del dotto e pio frale, sì enormemente e sacrilegamente dalla più nera iniquità calunniato. Nè a questo uffizio potrò meglio soddisfare quanto collo smascherare a forza di autentici documenti la malvagità de’ suoi calunnia-tori. Qui frattanto chiuderò le notizie, clic di lui ho esposte, col ripetere le parole di valente scrittore contemporaneo al Sarpi, sul proposito appunto dei tenebrosi maneggi, che impedirono l’erezione del decretatogli monumento. « L’ eccellentissimo Senato levò » le competenze col pubblico decreto, eli’ a spese pubbliche gli » fosse fatta una memoria ed iscrizione. La qual memoria sarà » tanto più illustre e durabile, perche ancora non si vede, c sarà » insieme eterna la fama e infamia di quelli, che conservano l’odio » implacabile contra i defunti, con una malignità d’investigare in » così preziosa gemma i granelli, e in così risplendente gioja le » nuvolette, e i nei, che in così eccellente creatura o non vi furono » mai, o così minimi, che furono invisibili, eccetto che agli occhi » d’ una consumata malignità. E secondo quel Savio resterà de-» risa la temeraria imprudenza di coloro, che, innalzali dalla for-» tuna, presumono d’ esser padroni anco della fama, e di poterla * estinguere, che non passi ai posteri (1). » Tultociò smentisce inoltre la sfacciata impudenza del Cou-rayer, il quale nella prefazione alla sua versione della Storia del Concilio di Trento, attribuita al Sarpi, oltre allo scrivere, essere stato eretto nella chiesa de’ Servi il decretatogli monumento, ne riferisce anche la funebre iscrizione dettata ( com’ egli sognò ) da un gentiluomo veneziano della famiglia Venier, e scolpitavi sotto. (i) Vita di F. Paolo, premessa al voi. 1 delle Opere Varie del Sarpi, pag. i '| t, ediz. di Helmstat, per Jacopo Mulleri i j5o.