anno i 669. 491 tlirclli al senato,perchè naufragò la tartanache li portava: e sebbene dalle cifre, ond’ erano scritti, nulla fosse loro riuscito d'intendere ; intesero per altro dalle esagerazioni e dai timori dei privati, che scrivevano alle loro famiglie, essere la città in grandi angustie, e perciò con più animo si ostinarono nell’ impresa. Non ostante continuarono gli assediati a far prodigii di valore per difendersi da tante forze : ma la sagacità del feroce ottomano immaginava ad ogni momento nuovi artifizii per renderne inutili le fatiche. Dopo durissimo assalto, il visir s’impadronì di un bastione : ed appena fermato il piede su quello, ne assalì in uno stesso momento tre altri. I veneziani godevano ancora il vantaggio di avere libero 1’ accesso al porlo; ed egli si accinse a costruirvi un molo: eglino riparavano continuamente le brec-cie; ed egli pose in attività tulli i suoi cannoni per farne delle altre: eglino avevano abbondanza di provisioni ; ed egli diresse i suoi pro-jcttili incendiarii onde distruggerne i magazzini : eglino s’ erano accresciuti di numero per le assistenze venute loro dal mare ; ed egli per travagliarli vieppiù moltiplicava in ogni giorno gli assalti. Le sortite degli assediati erano frequenti e disperate, e riuscivano sempre feconde di bottino e di stragi sopra i nemici : nè mancarono traditori, che additassero ai turchi le vie più deboli. In somma nel solo anno 1668 si contarono dalla parte dei veneziani cinquemila trecenquaranta morti con cinquecento oltantasei officiali, oltre a due mila Ira guastatori e remiganti : e dalla parte de’ turchi perirono ventitré mila dugento soldati, oltre gran numero di schiavi, di villici e di altra gente di manuale servizio. Nè l’incominciante anno 1669 prometteva di meglio. Candia per verità era ridotta all’ estremo punto di desolazione, cosicché lutti presagivano di non poter durarla più a lungo nella difesa. Erano morti nelle varie zuffe i primarii, i più valenti capitani: un accomodamento ormai riusciva necessario per un lato, inevitabile per l’altro. La repubblica aveva mandato ambasciatore straordinario al sultano il cavaliere Luigi Molin : il sultano lo aveva ricevuto, Io aveva ascollato, lo aveva rimesso all’udienza del visir. Dopo varii