308 LIBRO XL, C\PO XLII. » risoluto di correr quest’ arringo molesto per provveder a’ mali » pubblici et a’danni privati. Certo, che non si può tollerarlo più a » lungo senza permettere 1’ espilation dell’ erario e 1’ oppressione dei » cittadini e de’sudditi. Gran portento, che da una parte sian invasi » da’ turchi gli stali et incendiate le provincie ; dall’ altra siano dal » lusso saccheggiati i palrimonii c manomesse le case. Ma odo an-» cora più funesto prodigio, che ciò, che piacque a' nostri maggiori » nell’ opulenza e nel traffico e nel dolce sonno della pace sicura, » appena all’ età presente si persuada co’ sudori e quasi con lagrime » nell’ inopia pubblica e ne’ bisogni di atrocissima guerra. Io scorgo » benché di lontano tanti huomini aspersi di polvere e sangue, tutti » coperti di ferro, ma molti spogliali quasi di cenci ; alcuni con pia-» glie aperte, altri con cicatrici appena saldate, lutti famelici e slan-» chi, che non più soffrir posso d’avanti gli occhi gli ornamenti delle » gemme et i lustri dell’ oro, 1’ ostenlativa delle foggie, la crapula » de’ conviti, e tutto ciò, che d’indegno tiene il lusso, o che gli » stranieri portano di più detestando. Questa toga, insegna famosa » del nostro dominio, pegno sacro della nostra libertà, e invcntionc » prudente de’ nostri maggiori, che cuoprendoci lutti con liabito pari, » ma insieme parco e modesto, hanno voluto sottrarci dalla vanità » altrui c dagli abusi de’ tempi. Grandi arcani si ricuoprono, Padri, » sotto queste vesti, benché ruvide et a noi tutti comuni : innocenza » di vita, modcration di costumi, armonia di fortuna', voto al servigio » della patria et holocausto di noi stessi e delle nostre sostanze. Si » certo, che le nostre ricchezze sono patrimonii della Repubblica. » E quando mai in causa più giusta e con animo più generoso ha-» verno esposto e sacrificato ogni cosa? Ma troppo disdirebbe, che » spargendo il sangue, risparmiassimo, o per dir meglio profondes-» simo in altri usi mcn degni ciò, che ci concede 1’ indulgenza del » cielo e ci provvede l’industria. Col turco non poteva collegarsi ai » nostri danni più fiero nemico, nè farsi diversion più gagliarda delle * private fortune. Ma se al vestito degli huomini ha provveduto il # venerabile istituto de" nostri maggiori, perché non vorremo noi