anno 1644. 233 stata novità di momento, si lasciava tulio nello stato presente, la controversia delle Chiane rimettendosi all’ antiche capitolationi tra il pontefice e il granduca; alle persone et a’ luoghi, che servito ha vesserò o si fossero dati all’ altro partito, si perdonava, il duca della Cornia nominandosi espressamente, e si liberavano i prigioni, permettendosi a’ religiosi, che fossero partiti, il ritorno, e rimovendosi dalle rendite de’ cavalieri di Malta il sequestro ; chiaramente si riserbavano le ragioni alle parti, come avanti la guerra, s’ escludeva ogni pretensione di risarcimento per danni inferiti e si prometteva il disarmo, eccetto che da veneliani, i quali soliti avanti di questa guerra tenere un corpo di genti, promettevano di ridurle in luoghi, clic allo stalo ecclesiastico non fossero di sospetto. Per 1’ esecutione di tutto questo al re di Francia si davano ostaggi, et il re con sodis-fatiione del pontefice e de’ collegati dichiarava, che 1’ armi sue sarebbero in favore di chi eseguisse 1 accordo contra gl inosservanti. » — Questa pace fu pubblicata in Venezia con tutta solennità nella basilica ducale di san Marco il di primo di maggio. Venne il duca di Parma a ringraziare il senato dell’assistenza prestatagli e della mediazione interposta in questo affare. Gli ostaggi furono consegnati in Casale del Monferrato: erano il conte Federico Mirogli per parte del papa, Ridolfo di Sbrogliavacca pei veneziani, il commendatore Grifoni a nome del granduca di Toscana, ed il marchese Tassoni pel duca di Modena. Furono concessi di comune assenso altri trenla giorni di proroga per l’intiera esecuzione del trattato, perché ai lavori delle demolizioni fu necessario più lungo tempo di quello eh’ crasi preveduto. Così Castro fu restituito, ed ebbe fine qucsla sì perniciosa controversia , la quale per più di tre anni aveva tenuto nell inquietudine e nelle fatiche della guerra la miglior porzione dell’ Italia. vol. x. 30