anno 1646. 277 composto di animosi soldati, a cui davano coraggio e assistenza i cittadini medesimi, il clero, i monaci, il vescovo. Alla custodia di quel porto era il nuovo comandante generale della flotta, Giovanni Capello, sostituito nella carica al defunto Gerolamo Morosini. Era in sull’incominciar dell’autunno. La flotta fu rinforzata di altri nove vascelli, che il cardinale Mazzarini avevaie ottenuti dalla Francia : vi giunsero alquanto tardi, ma tuttavia non ne fu inutile il soccorso. La guarnigione di Retimo tentò una sortita, ma non ebbe buon esito. In un assalto, che diedero i turchi alla piazza, accadde, che si appiccasse il fuoco a due barili di polvere, che stavano sul terrapieno. Quello scoppio fu scioccamente creduto da alcuni soldati 1’ effetto di una mina, che vi avessero lavorato i turchi ; perciò i difensori spaventati si abbandonarono a fuga precipitosa. I turchi entrarono in Retimo e fecero orribile strage sui fuggitivi, che s* incalzavano gli uni cogli altri per ricoverarsi nel castello. Alla strage venne dietro il saccheggio. Vi perirono mille cinquecento soldati, ottanta e più uffiziali, oltre ad innumerevole quantità di abitanti. Tra i primarii ufliziali furono il generale Cornaro ed il provveditore Filippo Molin, colpiti il primo da un’ archibugiata nel petto, l’altro da una freccia avvelenata in un ginocchio. I superstiti si chiusero nel castello insieme cogli abitanti alti alla difesa : gl’ inutili furono imbarcati sui vascelli. Persistettero con fermezza più giorni : alla fine dovettero cedere, più per evitare che si rinnovasse la strage avvenuta in citlà pochi giorni addietro, di quello che per estremo di necessità. Avrebbero potuto resistere bensì qualche poco ancora ; ma avrebbero aizzato vieppiù la rabbia dei vincitori. Giovan-Luigi Minotto, che ne teneva il comando, capitolò il dì 15 novembre, a patto, che i comandanti c le truppe uscissero liberamente con le insegne, le armi, i bagagli e con due mortali; che gli abitanti ne fossero similmente liberi ad arbitrio ; ma che quelli, che vi fossero rimasti, non avessero ad essere molestati nelle persone, negli averi, nell’ esercizio della loro religione. Eransi fissali otto giorni per l’imbarco, al qual uopo se non fossero stati baslevoli i legni veneziani, ne avrebbe somministrato