480 • LIBRO XL, CAPO LX1II. fisso nel suo pensiero, che con lo scoppio soltanto e col rimbombo «li questi avrebbe fallo crollare le mura fortissime della città. Vi si recò sopra luogo, ed osservando attentamente la mole delle fortificazioni, l’ampiezza del giro delle mura, il porto, i seni del mare, le opere esterne, ed argomentando di ciò che sapeva esistervi, ma che meno vedeva, cioè, i sotterranei lavori e le gallerie, donde con occulte insidie si minacciavano agli assalitori ben più funeste mine, rimase convinto della difficoltà dell’ impresa. Perciò sconfortato e perplesso ravvolgeva in animo il progetto di por mano a trattative cogli assediati : ma, fattane parola col defterdar Achmet tesoriere dell’impero, fu minaccialo da questo ministro e dell infamia e della morte, se invece di conquistare valorosamente la piazza, fossesi abbandonato a vergognoso trattato. Queste franche intimazioni lo scossero, e si determinò ad azzardarne l’impresa. Ritornato adunque in Canea, fece schierare colà in quelle vaste pianure 1’ esercito, ed esortò con ardenti parole i soldati al valore, alla costanza, alla vittoria. Ciò fatto destinò d’ antiguardia il primo agà de’ giannizzeri ; ed egli poscia, il dì 22 maggio 1667, comparve in Candia con tutto lo sfarzo dell’orientale grandezza, marciando sotto un baldacchino di seta bianco. Ma salutato dalla città a replicali tiri di cannone, che gli passavano assai vicini, fu costretto ad allontanarsi per prudenza di preservar la sua pelle. I difensori di Candia avevano con maravigliosa accortezza condono, potrebbe dirsi, all’ apice della perfezione i lavori di fortificazioni interne ed esterne a presidio sicurissimo della città. Alle già esistenti ne avevano aggiunto delle altre, particolarmente dilatandosi per vie sotterranee per la campagna, sicché la minor parte di Candia appariva ne’ bastioni, ne’ rivellini, nelle mezze lune : il più micidiale ai nemici stava poi nascosto con rami a insidie profonde, preparando loro la morte ovunque avessero avuto ardimento d inoltrarsi. Particolarmente alla Sabionara, al Crevacuore ed a San Dimitri, che erano i tre primarii forti, avevano fatto molti lavori più che altrove, perché s’ erano accorti, che da quel medesimo lato anche i turchi