3?>É5 l.hìKO JU., CAPO UUA. CAPO XXXVIII. Sussidii largiti alla repubblica dagli stranieri. Nello scorrere dell' inverno, la repubblica rinnovò le sue istanze presso le corti per ottenere una qualche assistenza di qualunque genere ella si fosse, per poter continuare la sua resistenza in questa guerra, la quale, benché feconda di vantaggi sopra il feroce nemico, indeboliva però insensibilmente e consumava le forze del vincitore. Né questa volta riuscirono infruttuose le sue istanze. Soltanto il re di Spagna, oltre a 36000 ducati, fatti contare in Venezia dal suo ambasciatore, a titolo di noleggio delle navi promesse, ne fece sborsare altri 150000 in Madrid nelle mani dell’ ambasciatore Basadonna : alla quale generosità potè somministrare ricca materia 1’ arrivo della sua flotta dalle Indie carica di preziosità e di dovizie. Anche il duca di Parma, raccolti due mila fanti, li mandò acciocché militassero in Candia sotto le bandiere e gli stipendii della repubblica. Giacomo Gaddi, gentiluomo fiorentino, inviò mille scudi, ed il vescovo di Arezzo monsignor Salviati donò durante la guerra il tratto di alcune pensioni. CAPO XXXIX. Ambasciatore veneziano a Costantinopoli. Ma che cosa mai erano questi soccorsi al confronto delle incalcolabili spese, che occorrevano in una guerra sì diuturna e penosa ? I sette anni già trascorsi non avevano per anco recato un raggio di lusinga, eh’ essa potesse finire sì presto ; e intanto il peso ne diveniva alla repubblica di giorno in giorno più grave. Imperciocché la gloria, che la sua costanza le procacciava, per aver potuto fin qui resistere alla smisurata possanza della sublime Porta, non valeva a risarcirla delle grandi perdite, che faceva ogni anno, di uomini e di denaro.