anno 1638. 439 CAPO LVI. Operazioni del visir contro i veneziani. Mehemet Kiupergì gran visir arse di collera all’ annunzio della deliberazione del senato, e compreso da maraviglia per una fermezza così costante, risolse di adoperare tutte assieme le forze, di cui poteva disporre, onde rovesciarle sui veneziani in ogni punto e da ogni parte. Nè tralasciò di molestare nel tempo stesso la Transilvania, sii cui 1’ antica sua ira desiderava sfogare. Unì infatti una grande armata, di cui pose alla testa i pascià di Buda e di Temiswar: e risolse di andare a Belgrado egli stesso, onde poter dirigere di colà con più prontezza le operazioni di guerra. Tutto il suo studio poneva in ciò, a fine di guadagnarsi stabilmente il favore del sultano, adescandolo con la speranza di sollevare la potenza di lui più assai che non fosse stata quella de’ suoi predecessori. E tanto egli seppe fare, che gli riuscì di entrare nella sua grazia sino ad essere favorito del singolarissimo privilegio di poter liberamente preparare ed eseguire i progetti suoi, senza dipendere punto dal divano nè comunicargli i suoi disegni secreti ; e di potersi a tutto suo arbitrio sbrigare di chiunque avessegli dato molestia o sospetto. Primo scopo de’ suoi artifizi era il pascià Cussein, di cui voleva diminuito il potere ed oscurata la gloria c di cui le ricchezze invidiava. Tanto egli fece e con tale destrezza ordì la trama, che Io stesso Cussein pascià risolse di venire alla corte per giustificare la sua condotta ed accagionare dell’ infelice esito della guerra e della tardanza a conseguile il dominio di Candia la viltà de’ capitani pascià, i quali sino allora non altro avevano saputo fare, che o lasciarsi vincere o fuggire. L’ astuzia del visir esercitò allora i suoi artifizii per dare a lui l’ultimo colpo : e perciò gli fece affidare il supremo comando della flotta, acciocché pensasse egli a riparare gli sbagli dei comandanti, che lo avevano preceduto. Cussein pascià, senz accorgersi