anso 1388. 223 CAPO VII. Progressi degli eserciti alleati. Le truppe di Milano e di Venezia non tardarono a mettersi in moto. Galeazzo fece marciare le sue verso il territorio padovano e ne occupò una parte, nel mentre che quelle della repubblica, inoltrandosi con legni armati framezzo alle tortuosità del Brenla, se ne impossessavano dell'altra. Infatti, Giacomo dal Verme assalì per primo il castello di Limena c lo prese; quindi passò a Noale, e lo strinse di assedio, a fine di chiudere ogni comunicazione tra Padova e Trevigi. E i veneziani intanto, unita in Mestre la loro armata da terra, la sparsero poscia liberamente per tutto il territorio della marca trivigiana; e spingendo la loro flotta di piccole barche nella parte meridionale del padovano, comandata da Jacopo Delfino, s’ impadronirono di Anguillara e di Borgoforte, cosicché in breve tempo rimasero occupate tutte le strade che portavano a Padova. Giacomo dal Verme non mollo dopo aveva sforzalo Noale, ed accingeasi a novella impresa contro Piove di Sacco. Ma poiché il cammino, clic doveva intraprendere, era tutto attraversato da canali e da fiumi, fu incaricalo Jacopo Delfino a facilitargliene il passaggio, col costruirvi ad ogni occorrenza ponti sulle barche ; e così con tutta sollecitudine il dal Verme fu ad assalire Piove di Sacco, la cui debole resistenza gli aprì ben tosto la via ad impadronirsi di tulli gli altri piccoli borghi e castelli circonvicini. Quindi, unile insieme le sue truppe, marciò con esse sopra Padova. Era appena il mese di luglio ed aveva ormai operato siffatte prodezze cd aveva ottenuto tanti vantaggi. I sudditi dei Carraresi erano assai male affezionali ai loro signori ; ond’ é che a quella guerra si adoperavano con tedio e contrarietà. Ma quando si videro stretti da duro assedio, incominciarono a tumultuare ferocemente ed a minacciare di morte il