anno 1380. 77 Nel dì, che venne dietro a quello della vittoria, furono incaricati due senatori a complimentare lo Zeno in nome della repubblica, ed a concertare con lui il piano dell’ assedio di Chioggia, il quale non volevasi differire. Accettate le congratulazioni e i ringraziamenti del governo, con tutta prontezza egli si dispose ad eseguire la volontà del Senato. Fece perciò suonare le trombe, che chiamavano l’esercito a muoversi verso Chioggia, per piantarvi colà d’appresso il suo campo. Ma i primarii uffiziali, a nome di tulli i loro inferiori, si presentarono allo Zeno ed ai senatori, che stavano seco lui,e, chiesta licenza di favellare, esposero: « Che 1’ acquisto della vittoria gli aveva colmali di grande ardore c prontezza, a cagione della riverenza e dell’ affetto, che portavano alla repubblica veneziana, e ciò vieppiù, perchè nel conseguirla si erano valorosamente portali; ma ch’eglino in sì felice occasione desideravano di sperimentare coi falli la liberalità del Senato. Che riputavano cosa giusta, che il Senato in mezzo alla comune allegrezza della città si ricordasse di farne arrivare incoraggiatrici dimostrazioni anche ai suoi soldati, che ben se 1’erano meritate e che per la prosperità della repubblica ponevano volentieri il sangue e la vita. Che questa dimostrazione non avrebbe potuto esser loro in miglior modo esibita, quanto col conceder loro raddoppiata la paga di quel mese; del qual dono le sarebbe l’esercito tutto, oltre ogni credere, riconoscentissimo. Che, se la chiesta ricompensa avessero conseguito, si metterebbero di buona voglia in qualunque impresa ed eseguirebbero qualunque comando venisse loro imposto; ma che, se il Senato ricusasse di conceder loro quanto chiedevano, indarno avrebbesi lusingato di poter più ottenere da loro servitù ed obbedienza. » Ciò attestavano i capi in nome di tutto 1’ esercito. Carlo Zeno e i due senatori cercarono di calmarli, dolcemente a loro mostrando l’inopportunità di siffatta pretensione in un momento così critico per la repubblica ; che ricompense cd onori avrebbero certamente ottenuto, allorché la guerra fosse giunta al suo termine e la distruzione intiera dei nemici si fosse compiuta.