130 LIBRO XVII, CAPO XL. nel 137^1 ; che fossero cancellati ed annullali tulli i capitoli, palli e convenzioni, stabiliti nella guerra del 1373 ; che fossero similmente annullali i capitoli relativi ai ribelli padovani; eh’ esso Francesco da Carrara non fosse obbligalo a restituire nè veruna delle possessioni de’ veneziani o de’ monasteri, oltenute nella presente guerra e vendute, nè qualunque somma di denari avesse esalto da’ suoi debitori veneziani ; che tutti i beni dei veneziani nel territorio padovano dovessero fare le fazioni e pagarle col comune di Padova ; che la Signoria dovesse restituire, entro il termine di un mese, i denari, cui Fina sua moglie aveva dati alla Camera de’ prestili di Venezia, come pure tulli gli altri denari, eh’ ella aveva affidati a mercatanti veneziani ; che la torre del Corame, cou ogni sua ragione ed appartenenza e con tutte le sue munizioni fosse restituita al signore di Padova, siccome la possedeva avanti la guerra del 1373; ch’egli potesse trarre a suo piacere da Venezia e da Chioggia quanto sale avesse voluto, pagandolo a prezzi giusti ed onesti ; clic fossero restituiti tutti i denari, coi relativi prò, che i cittadini di Padova avessero avuto in Venezia agl’ imprestiti, al sale, al frumento od in qualunque altro pubblico luogo ; che la repubblica gli cedesse la ciltà di Treviso, con ogni sua ragione ed appartenenza, e con tutta quella porzione di provincia, di' era tuttora nelle mani di lei; il vecchio e il nuovo castello di Mestre e le bastie e le fortezze appartenenti al medesimo; il vescovato di Cencda, con tutle le terre e luoghi di ragione di esso; e lultociò voleva egli « per lo buono e pacifico sialo di tutta » la Marca trivigiana, e spezialmente degli abitanti in quelle parti, » acciò non fossero più afllilli da maligne peslilenze di guerra (1).» A tulle queste domande aderivano volonlieri i veneziani, purché il signore di Padova, a cauzione di quanto domandava la Signoria, mandasse suo figlio Francesco Novello a Ferrara in ostaggio presso il marchese d’ Esle, promettendogli, che subito gli (») Ve rei, Stor. della Marc, triviglib. XVIII, pag. 2i5 del toin. XV