12 LIBRO XVII, CAPO IV. ma, conoscendo troppo difficile il superarlo, ne costeggiarono la lunga isola e si disposero ad entrare da quello di Malamocco; forse credendolo abbandonato, siccome da prima, altre due volte, l’avevano trovato. Ma vedendone qui pure impenetrabile il varco, si diressero a quello di Chioggia, che parve loro meno difficile a superarsi. Ed eralo di fatto, a cagione dell'assistenza, che loro potè recare intanto il signore di Padova. Egli fece calare dai canali elei Brenta alcune barche, per assalire con esse un grande vascello, posto colà dai veneziani a guardia della sbarra, che proteggeva la comunicazione tra la terraferma e le lagune : sicché nel mentre i genovesi da un lato facevano ogni sforzo per romperla, i carraresi dall’ altro ne staccavano le travi ed appiccavano il fuoco al vascello. Superalo così quest’ ostacolo, i nemici entrarono nelle lagune, ed intrapresero 1’ assedio di Chioggia. È Chioggia un’ isola, sulla cui estremità verso il mare, sorge la città di ugual nome : città formata dall’ unione di varie ¡solette, sulla foggia stessa di Venezia ; intersecate da stretti canali : congiunte scambievolmente da ponti. E unita alla lerraferma per mezzo di un ponte di dugencinquanta passi, eh’è di pietra oggidì, cd era allora di legno. I bassi fondi, che le stanno intorno, la rendono inaccessibile a qualsiasi barca, tranne dalla parte, che guarda il porto, ove i piccoli legni possono senza difficoltà avvicinarsi. La conquista di questa piazza era mollo interessante pei genovesi, perchè avrebbe tolto ai veneziani ogni speranza di qual si fosse risorsa. Le loro forze navali erano intanto cresciute considerevolmente ; perchè dalla cronaca di Marco Barbaro ci è fatto sapere, eh’ eglino si accinsero a questo assedio con galie settanta quattro, navi tredici et fino alla stimma di vele cento e ventisei (1). Le truppe dei genovesi e quelle del carrarese, condotte per la punta di Brondolo dallo stesso Francesco da Carrara, sommavano a ventiquattromila uomini (2). Le milizie, che difendevano Chioggia, (1) Cron. Barbaro, presso il Tentori, Saggio di stor. ven.t tom. YI, p«g. 211. (2) Morosini, Stor. f'en., lib. XIV.