LIBRO XVII, CAPO XUV. Pe due da Carrara : Arsene!ino degli Arsendi, figliuolo del famoso dottor Rai-nerio da Forlì, Taddeo degli Azzoguidi, cavaliere bolognese, Antonio de’ Zecchi, piemontese, figliuolo di Emmanuele da Moncalier, Jacopo Turchetto. Per la Comunità di Padova: Lo stesso Jacopo Turchetto. Pel patriarcato di Aquileja, in sede vacante: Ottobono da Cencda, decano della chiesa collegiata di Udine, Nicolò Zerbini, già secretarlo del defunto patriarca. Tutti questi ambasciatori s’ erano ridotti, in sull’ aprile dello stesso anno, in Cittadella di bel nuovo; ma quando il conte Amedeo insistette con nuove istanze per indurre i principi ad accettarlo per mediatore di sì desiderato componimento, si sciolse la radunanza di Cittadella, e que’ che la formavano si ridussero tutti a Torino, per ripigliarne colà più efficacemente le trattative. Vi giunsero nel mese di maggio, e subito incominciarono a produrre i capitoli delle pretensioni scambievoli. Passò il giugno e passò il luglio prima che si potessero tra loro accordare : ma finalmente alla destrezza e alla prudenza del principe di Savoja venne fatto di appianare felicemente ogni difficoltà, e di renderli tutti contenti della sua mediazione. CAPO XLIV. La pace è conchiusa in Torino. E prima furono aggiustate le differenze tra il re di Ungheria e la repubblica di Venezia. Consistevano esse in ¡specialità sopra la libera navigazione del golfo, perchè il re pretendeva di avere