96 LIBRO XVII, CAPO XXXI. e dopo varie discussioni decretò, che la tranquillità dell’esercito si avesse a promuovere col fare ai soldati un qualche donativo, pensando, che 1’ accrescimento di una metà della paga in mezzo alle strettezze, in cui trovavasi la repubblica, era lo sforzo maggiore che si avesse potuto fare in quella occasione. Carlo, avute queste istruzioni, fece chiamare a sé tutti quelli, che nell’ esercito avevano grado, ed in presenza degli oratori del Senato, fece loro intendere le buone intenzioni del governo verso di loro, e le disposizioni, che s’erano fatte in loro favore. Gli esortò a continuare il loro servizio con fedeltà ed impegno; ad essere riconoscenti alla repubblica, la quale per renderli contenti faceva sforzi maggiori di quelli clic non avrebbe potuto ; ad esternarle di buon animo i loro ringraziamenti, sicuri che in altro momento più prospero ne avrebbero sperimentata più largamente la gratitudine e la generosità. Per le quali dichiarazioni del generale quasi tutti quei graduati, che stavano colà presenti, accettarono lietamente 1’ offerta, e ne ringraziarono contenti lui ed il Senato, promettendo per l’avvenire ogni più indefessa assiduità nel servizio e nell’amore alla causa della repubblica. Ma Roberto da Recanati, capo ed istigatore di quella sedizione, non fu contento di siffatte disposizioni : si levò furiosamente del suo posto, e contro il sentimento di lutti gli altri, protestò egli solo, che non acconsentiva a simili proposte, ed era d’ uopo fossero queste approvate dalla moltitudine ; e sì dicendo uscì fuori dalla tenda del generale, per concitare a tumulto la turba dei soldati. Carlo Zeno, temendo per 1’ audacia di costui una sollevazione in tutto l’esercito, ordinò tosto, che gli fosse dato dietro e fosse preso e trattato militarmente in un consiglio di guerra. Gli stessi colleglli suoi, i quali avevano approvato ed accettato di buon grado le proposizioni del Senato, n’ ebbero sdegno, e ne chiesero altamente vendetta. E benché gli oratori del Senato, colà presenti, s’interponessero per salvargli la vita, ed ottenessero altresì che gli fosse perdonato un tanto eccesso di temerità ; non passò una metà