anno 1385. 215 Appena Antonio della Scala signore di Verona venne fatto consapevole di cotesta lega, spinto per 1’ una parie dalla sua avversione alla potenza del Carrarese e desideroso per 1’ altra di ampliare il suo dominio, spedi a Venezia in qualità di suo ambasciatore Gabriele Emo, podestà, acciocché gli fosse concesso di entrare anch’egli nella confederazione del Friuli. Indarno per allora egli fece coleste istanze : ma, ritornatovi poco dopo con nuove proposizioni, vi fu ammesso il dì G aprile dell’anno 1385, a paltò « che facendo la guerra (1) il detto signor di Padoa a noi Vene- • liani, il detto signor Antonio ne donasse ducati cinque milla al » mese, et facendo guerra esso signor di Padoa al detto signor • Antonio, che noi li donassimo ducati cinque milla, et facendo » guerra a noi et a lui non fusseno pagati ne a noi ne a lui li du-» cali cinque milla. Et questa lega fusse per tutto il 1389. » La quale convenzione, di cui ci assicurano i pubblici registri, dimostra palesemente inesatto il racconto del Chinazzo e di altri che lo seguirono, la repubblica, cioè, essere stata la prima a chiedere 1 unione con Antonio della Scala ed avergli promesso di contribuirgli in ricompensa 1500 ducali al mese. Stabilita la lega anche con lui, egli domandò la grazia, di cui era stato favorito il Savorgnano, di essere, cioè, aggregalo alla n proraittcndi uni notabili et nobili persoci nae ac bene dispositae ad honorem nostri ■w domimi quod sit de nostro majori Consi-w lio, sicut sunt alii nobiles nostri, sortiente » efièctu nostrae intentionis de facto ligae « tìendae cura illis de patria Foriulii et r> dandi ad intelligendum illi notabili perii sonae, quod est necessarium, quod istud w capiatur in nostris consiliis opportunis et « subsequenter captum fuit in dicto colle-r> gio in maxima unitate, quod illa notabili lis et nobilis persona sit egregius miles » dominus Federicus de Savorgnano in ti— * mus et carus amicus nostri domimi. n Vadit pars, quod omnibus praedictis w considerati, quod in bona gratia ipse » dominus Federicus de Savorgnano sit et ü esse debeat cam suis haeredibus de no-v> stro Majori Consilio, sicut sunt alii 110-’>') biles nostri, et si Consilium est contra, ü sit revoca tum. Et fuit capta pars per ü consiliarios, tria capila, omnes quadraci ginla, qui fuerunt triginla quatuor, et in y Majori Consilio ubi fuerunt r> non sincere. 8 r> De non . . 4 ü De parte omnes alii. w (i) Cron. di Marco Barbaro,.