50 LIBItO XVII, CAPO XIV. per uno al mese per un mese, dopo che sarà uscita Tarmata fuori. E di lasciare il prò di lire 2000 de' suoi imprestiti pel tempo passato fatti e che per avvenire si faranno, fino a guerra finita. I quali dona alla Signoria. E offerisce la sua persona in quanto sia sufficiente, parendo alla Signoria ad ogni suo buon piacere. Cristoforo e Antonio Perazzo quondam ser Perazzino s’ offeriscono con un famiglio e un compagno all’ armata a sue spese finché sarà di piacere della Signoria. E la paga di balestrieri 30 a ducati otto al mese per uno. Nicolò di Buora offerisce una sua casa posta in santa Marina con tulle le masserizie, che in quella si trovano. E la Signoria la venda e faccia d’essa come le pare e piace. E offerisce Tommaso di Buora suo fratello d’ andare con un famiglio sull’ armata e di dare lire 3000 de'suoi imprestiti di prò e d’imposizioni. Marco Pasqualigo di Candia, offerisce la sua persona con due famigli sull’ armata e di pagare balestrieri 50 a ducati 8 al mese per mesi 4 dando loro due paghe avanti tratto. Ilem di donare un suo navilio di botti 250 e di pagare uomini d’ arme 50 per quattro mesi, e di dar loro la paga di 2 mesi avanti tratto, e di prestare ducati 500, da essere restituiti un anno dopo fatta la pace. Giovanni e Maffeo Beniapensa quondam, ser Bartolomeo, offe-risconsi d’ andare con un famiglio per uno sull’armala a sue spese e di slare fino a guerra finita e di pagare balestrieri 25 e di donare lire 3000 de’suoi imprestiti e imposizioni. Giovanni Paone offerisce Antonio suo figliuolo con un famiglio a sue spese sull’ armata fino a guerra finita, con due buoni compagni per due mesi e la paga di 20 balestrieri a ducati 8 per uno e il pio di lire 1000 d’imprestiti fino a un anno prossimo e tutto il prò di quello che si farà, finché durerà la presente guerra. Melchiorre Venturella offerisce sé con un famiglio sull’armata e di stare fino a guerra finita e di pagare balestrieri 10 e uomini da remo 25 a ducati 8 al mese e di donare lire 1000 delle sue imposizioni fatte e il prò de’suoi imprestiti.