anno 1580. 89 tranquillamente le armi, sicuri della sua propensione ad interessarsi tosto presso il Senato, acciocché le loro domande fossero esaudite. Ma nel mentre, ch’egli parlava piacevolmente, incominciò la moltitudine a far rumore ed a nominare confusamente e con voci alle le doppie paghe, ed a levare in allo alquante bandiere, cui a bella posta avevano preparalo, ed a gridare, che chi seguitasse quel partito si accostasse a loro. Commosso vivamente lo Zeno per tanta audacia, e temendone grave danno alla repubblica, preferì di pigliare la cosa collo scherzo, per vedere se con questo artificio avesse potuto placare quegli animi concitati. Si volse perciò ridendo a coloro, che avevano innalzato quelle bandiere, ed avendone lodato il pensiero, disse loro: « Anch’ io voglio seguitare la vostra parte ; se voi ne siete con-» tenti, vi prometto di militare anch’ io sotto cotesle jnsegne. » La quale prontezza di spirilo del generale fu presa in sulle prime per una canzonatura; ma poscia, rimproverali acerbamente da lui per la loro diffidenza, si quietarono. E così pose freno ai loro temerarii tentativi. CAPO XXV111. La condizione dei genovesi assediati diventa sempre più orrenda : tentano di sottrarsene. Nel mentre che queste cose avvenivano nell’ esercito veneziano, i genovesi, lusingati dalle proposizioni dei congiurati, cercavano il modo di liberarsi dalla sciagura, che gli opprimeva. Imperciocché, sebbene avessero alleggerito la città dal mantenimento di quanti v’ erano d’inutili, costringendoli ad andarsene, ed avessero posto a misura il cibo da distribuirsi a ciascuno, che v’ era dentro, la fame tuttavia, cresceva di giorno in giorno e li consumava e li metteva all’ ultimo pericolo. Già s’ erano ridotti a tale condizione, che i loro cibi più delicati erano le carni de’galli, de’cani, de’lopi vol. v. 12