22ft LIBRO XVIII, CAPO VII. giovane principe, che stava chiuso con essi nell’ assediata città. Francesco Novello cercò ogni via per sedare la concitata plebe ; ina indarno : fu costretto, dopo varii maneggi infruttuosi, ad abbandonare Padova ed a cercarsi asilo, colla moglie e co’ due suoi figliuoli Jacopo c Nicolò, ed accompagnato da lutti i suoi congiunti ed amici, nel castello di Monselice. Ma lo trovò ribellalo, egualmente che quello di Esle ; sicché risolse di andare a Verona per quinci trasferirsi a Milano e gettarsi nelle braccia del Visconti suo nemico. Partito da Padova Novello, si vide ridotto a dura condizione anche Francesco suo padre, il quale stava in Trevigi. Frasi sollevato il popolo contro di lui, e nel tumulto gridava incessantemente Viva san Marco. Egli per lo spavento s’era ritirato nel castello con tutte le genti che aveva al suo stipendio, facendo mostra di volersi porre sulle difese. Intanto alle truppe del Visconti furono aperte le porle della città; e vi entrarono esse, con ordine di pigliarne il possesso in nome del loro signore, per poi restituirla, siccome andavano dicendo, alla repubblica di Venezia : in realtà, per rinnovare il giuoco di Vicenza. Indispettiti i militari all' udire proclamato il nome di san Marco, a cui volevano surrogalo quello di Giovanni Galeazzo, nè potendovi riuscire, ricorsero alle minaccie ed alle violenze. Ma il popolo rispose loro con somigliante linguaggio : corse alle armi, abbarrò le contrade, e le truppe milanesi dovettero cedere a quell’ impeto deliberatamente gagliardo. Radu-nossi il Consiglio, e fu deliberato di dare la città ai veneziani senza verun patio o riserva. Se ne presentarono tosto le chiavi a Guglielmo Querini, il quale giunto da Venezia ne prese il possesso col titolo di vice-podestà e capitanio. Altrettanto avvenne subito dopo in Conciliano. Feltre e Belluno, ribellatesi al Carrarese, si diedero invece a Giovanni Galeazzo. Novello da Carrara, lasciala in Verona la famiglia, avviossi verso Milano per presentarsi al Visconti, accompagnato da suo fratello Conte e da una scorta di cinquanta cavalieri. Ivi fu accolto