68 LIBRO XVII, CAPO XX. generale dei genovesi, ed un suo nipote, che gli slava accanto, ed ambidue vi rimasero ammazzali (1). E nell’indomani un altro colpo di bombarda ne gettò a terra un altro pezzo ben grosso c vi seppellì solto impetuosamente altri venlidue genovesi. E così ogni giorno i nostri colle bombarde e coi mangani, demolivano un qualche pezzo di quel monastero, sicché a poco a poco lo spianarono quasi affatto, menando grande sterminio sui nemici, che vi stanziavano. Né i genovesi potevano sui veneziani in altra guisa ricattarsi dei tanti danni, che soffrivano, fuorché coll’ impedire il passaggio delle galere c degli altri navigli, che portavano vettovaglie all’armata o almeno col danneggiarli a furia di freccio e di balestre e di bombarde. La notizia intanto dell’assedio, con che i veneziani avevano stretto in Chioggia i loro nemici, s’ era divulgata in molti paesi d’ Italia; perciò dalla Marca, dalla Romagna e da altri luoghi incominciarono a giungere in Venezia copiosamente grauaglie e vini ed altri articoli di prima necessità, di cui eravi carestia. Perchè, sebbene dalla parte di Treviso, giù per lo Sile, vi venissero portati bestiami e frumenti, c vi fosse la comodità di far macinare meglio di quello che si fosse potuto nei varii mulini di Venezia (2); questi però non potevano bastare ai bisogni della popolosa città nè dell’armata, clic da Venezia riceveva il necessario suo vitto. Ma neppure ai genovesi venivano a mancare le vettovaglie e le munizioni da guerra; perché, sebbene strettissima e diligentissima guardia tenessero i veneziani in tutti i punti della laguna, tuttavia non tralasciavano di venir loro da Padova, o di notte o per le colme d’acqua, molte barche, le quali ne portavano in abbondanza, perciocché l’ampiezza troppo estesa e la moltiplicità dei canali ne (i)Narra il Chmazzo citato di sopra,che (a) Ho parlato più volte ili siffatti mu- i loro corpi u con grandissimi pianti econ lini nel corso di questa storia, dei quali « dolor universale de' genovesi furono era sparsa la città nostra e più ancora n portati in Chioza grande e salati per por- l’isola di Murano. Ved. nella pag. 4 * del » tare a Genova, n voi. III.