anno 1380. 109 Tanta fu 1’ afflizione, che ne provò tutta la città per la morte di lui, e tanto era 1’ affetto, che ogni classe di cittadini gli portava, che il Sanudo così ce ne descrive i funerali. « È da sapere, che » quando il portarono a sepellire, vennero etiam d’ ordine della » Signoria tutte le regole de’ frati di Venezia ; e il corpo era già » giunto a sant’ Antonio, portato per terra, che ancora parte di » chi andò ad accompagnarlo era nella chiesa di san Fantino (1) : » tanta moltitudine di gentiluomini e d’ altri andarono per onorar-» lo. Sicché morì in grandissima grazia di tutta la Terra. E la • Terra era in tanta maniconia, che come ho trovalo scrino, se » fosse venuto ogni piccola armata de’ genovesi, com’ era slata • per avanti, verso Lido, certamente la terra correva qualche » grandissimo pericolo, perchè tutto fu abbandonalo e disordinalo • per venirlo ad accompagnare alla sepoltura. » Dopo la morte di lui, assunse il comando della flotta, in qualità di Vice-Capitano, Luigi Loredan, che n’ era provveditore. Nel dì poi 28 agosto fu eletto capitano generale Carlo Zeno, e gli fu consegnato solennemente lo stendardo della repubblica (2). Egli partì per 1’ armata il giorno 2 del successivo settembre (3) su quella stessa galera, che aveva portato a Venezia il cadavere del Pisani. CAPO XXXV. Disagi della flotta veneziana. La notizia della elezione di Carlo Zeno a capilano generale della flotta veneziana aveva sparso lo spavento nei genovesi, (1) Ed è, per verità, un bel tratto di I' armata in luogo del Pisani, dopo avere cammino dalla chiesa di san Fantino a quel- compiuto due anni, dacché ¡veneziani la di sant’Antonio, la quale sorgeva ove avevano ricuperato Chioggia (Vii. di Cariano adesso i giardini pubblici! Non è mi- lo Zeno, lib. V, in sul principio ). nore di due buone miglia. (3) Non già il di 22 di quel mese, aic- (2) Errò il biografo di Carlo Zeno, suo come scrive il Laugier. nipote Jacopo, dicendolo fatto generale del-