118 LIBRO XVII, e\PO XXXVili. > i mariti alle mogli, i figliuoli a' padri e i cittadini alla patria loro? » Clie io dovessi condurre in manifesto esilio il fiore della gente » marittima, il quale è stato cernito in tutta questa città e messo » in quest’ armata ? Io certamente, nobilissimi padri, o buon uomo, • o buon cittadino, o buon capitano che io fossi, non doveva com-» mettere tanta scelleratezza ; e sarieno morti avanti agli occhi • miei uomini prontissimi e robustissimi, i quali non avrebbero • avuto paura e per 1’ animo e per le forze, di moltitudine di ne-» mici; ma dalle pioggie, dal gelo, dalla fame erano oppressi, e » F armata del continuo andava diminuendo e già facevasi avanti • agli occhi come una certa faccia e imagine di solitudine. Adun-» que che iodi nuovo avessi a ritornare in Ischiavonia perchè solo, » privalo di uomini, fossi rimasto capitano di legni ? Che cosa » avrebber potuto giovare a voi e a me le galere senza uomini. • Io, nobilissimi padri, il quale sin dalla gioventù mi dedicai tulio » alla utilità della patria, e tutte le mie forze, pensieri e sludi diedi » con animo non mai vinto dalle fatiche a innalzare e crescere la • repubblica, in cosa difficilissima giudicai che fosse securo il » cercare F utilità della patria e per questo volli, piuttosto che met-» termi alla manifesta rovina, conservare l’armata, i vostri cittadini • e i soldati, i quali tutti dal soprastante eccidio sani e salvi cavai, • a voi gli ho condotti, vi ho restituite le galere integre ed i legni » ho salvali da’ nemici e dal mare, e gli uomini dalla fame e dal » freddo, e tutta questa armata, principal nerbo di questa città, vi » ho renduta atta ad altre guerre, ad altri usi. A me è parsa salu-» tiferà cosa provvedere al bene comune, e da ciò mosso non inu-» tile consiglio apportai, non ignorando che io era per perturbare » gli animi a quelli che sentivano il contrario e formarmeli nemici. • Ma appresso di me valse più il rispetto della utilità vostra e della » salute comune che quello del mio pericolo. Io vedeva che met-» tendo ad effetto tal mio parere molto maggiore comodo ne aveva » a venire alla patria, di quello che a me nota di errore, ma io » congetturava, che se voi gustaste le cause delle cose secondo