12U LIBRO XVII, CAPO XL. Francesco da Carrara sempre più rinforzava I' assedio di Treviso, la quale cilti» era ridotta agli estremi languori per la indigenza di tutte le cose. Tuttavolta sino a Treviso avevano potuto i veneziani mandare continuamente su per lo Sile molte barche di viveri a sussidio di essa. Al che ponendo mente il Carrarese si affrettò ad impedirne la comunicazione coll’attraversare di forte palafitta quel fiume, presso a Casale, e col farvi costruire sulla riva una bastia da un lato ed un grosso bastione dall’ altro, uniti questo e quella per mezzo di un ponte, e col porvi molla gente d’arme a presidio. Ma i veneziani trovarono il modo di superar anche questo ostacolo. Mandavano le barche coi viveri sino alla bastia, alla distanza di due tiri di bombarda; ivi scaricavano le barche, e col mezzo di carri e di cavalli ne conducevano le vettovaglie alquanto più sopra, e ricaricandone altri navigli le facevano continuare il viaggio sino a Treviso, scortale da ganzaruoli armali. Perciò il signore di Padova ingrandì mollissimo la bastia, e la munì di molla gente a piedi e a cavallo, sicché non più poterono i veneziani condurre per quella via vettovaglie, nè colle scorte né senza. Ciò fatto, il Carrarese piantò la base di una torre rotonda, sulla riva del Sile, vicino a Treviso, nel luogo, che si chiama la Fiera; la circondò di due fossi, nei quali introdusse le acque del fiume; vi piantò un ponte, che attraversava il fiume medesimo, e pose in facile comunicazione i due lati del suo campo tra la porla Altilia e quella di san Tommaso. Ne condusse a compimento il lavoro ili trentassetle giorni. Dalla quale base di torre molestava spesso gli assediati colle bombarde, i cui colpi arrivavano in città particolarmente dal lato della Madonna grande. Ed anche a questi ostacoli seppero far fronte i veneziani. Co-strussero un grande edifizio, inventato da un ingegnere, che nomi-navasi Masino da Bologna, per cavar pali e palate che fossero sot-t’ acqua: edifizio assai ingegnoso, allo e forte, difeso lutto al di fuori da c.uojo, armalo di diciannove bombarde e con ponti disnodali. Esso fu mandato a Musestre con ventiquattro ganzaruoli e