26 LIBRO XVII, CAPO IX. » quale per lai causa mandò al re d’Ilungaria messer Guglielmo » da Curlarolo, et gli fece inlender li modi tenuti per suo nepote » molto lontani dalla cspcltation sua et da quello ricercava la con-» federatione 1’ havea con sua maestà. Et fatta comunicalione al » suo consiglio delle propositioni della pace fatte per gli ambascia-» tori venetiani per il mezzo del signor Carlo da Durazzo, col pa-» rer delli suoi gli mandò oratori messer Paganin da Sala dollor » et cavallicr, messer Jacoino Turclictto dottor et messer Micliiel » da Robatè, li quali più fiate furono con sua Signoria et soli et » insieme con li oratori della liga et anche li ambasciatori vene-» tiani furono da quella uditi et tutti insieme furouo con lei ne si » potè devenir a conclusione di qualità alcuna di pace. » CAPO IX. Combattimenti parziali nella laguna. Si trattava di pace: ma intanto nell’ interno delle lagune non si cessava dalle offese per parte dei genovesi, nè dalla difesa per parte dei veneziani. Avvenivano frequentissime scaramucce di variante riuscita ; ora favorevoli ai nostri ed ora ai nemici. 1 quali, occupalo Malamocco ed incendiate le abitazioni di Poveglia, ebbero persino il coraggio di accostarsi colle loro barche alle nostre palafitte per tentare di strapparne i pali e rendere facile e libera la navigazione negli sbarrati canali. Soventi fiate i nostri incontravano navigli carichi di grano e di vettovaglie, clic venivano dalla terraferma ed erano diretti verso Chioggia, per I’ armala dei genovesi, e con lulta facilità le predavano ; perche, sebbene i genovesi colle loro barche accorressero a proteggerle, la cognizione, clic i veneziani avevano, dei canali e delle secche ne rendeva inutile la difesa e li faceva riuscire superiori al nemico. E con tanta frequenza avvenivano di siffatti scontri, che quantunque i genovesi avessero facile comunicazione da Chioggia al continente e fossero