anno 1380. 65 galera dei loro nemici; non potevano poi conoscere, se avvicinata per fare sorpresa ad essi ovvero strascinatavi contro voglia. Checché ne fosse il motivo, per cui vi arrivava, i soldati genovesi incominciarono tosto a scagliarle addosso di su in giù freccio, sassi, partigianc ed ogni altra materia, che loro veniva alle mani. In quella perigliosissima situazione, tutta la ciurma c i soldati tenevansi per poco men che perduti, perciocché i più prodi non vi trovavano scampo: nè i remiganti avevano forza di togliersi dall’incaglio, nè i combattenti valevano, non che ad offendere gli avversarli, neppure a difendere sé medesimi. Per giunta di sciagura, la marea s’abbassava, cosicché sempre più grave e prossima ne diventava 1’ e-strema rovina. A ciascuno già era mancato l’animo, ned cravi chi miglior partilo sapesse suggerire, fuorché di arrendersi ai nemici. Ma in mezzo all’universale sbigottimento, non mancò mai allo Zeno nè l’animo nè il consiglio : egli solo rimasto intrepido pensava al modo di liberar le sue genti da così orrenda sventura. Laonde fallo venire a sé un marinaro, cui conosceva espertissimo nel nuoto, gli comandò di gettarsi tosto nelle acque, e portare all’ opposta riva, ove stavano appostate le guardie veneziane al rimpetlo della torre, 1’ estremità di una fune, di cui 1’ altra estremità aveva fatto attaccare alla periclilante galera; acciocché quelle con grande forza a sé la traessero, e così da lanto danno, che le soprastava, la liberassero. Il comando suo fu eseguito. La galera fu strascinata ; ed ormai incominciava a poco a poco a liberarsi e ad uscire dall’ incessante saettare dei genovesi, e le ciurme stesse erano già ritornate in grado di ajutarla coi remi, c già la mortale disperazione di avanti converlivasi in consolatrice speranza, cd il dolore cangia-vasi in allegrezza ; quand’ ecco una freccia, scoccata dai nemici, si liccò attraverso alla gola di Carlo, il quale non di meno continuò a percorrere alacremente la coperta della sua galera, dando ordini e dirigendo i movimenti dei marinari per condurla fuori di quel pericolo. Ma questa nuova ferila, in aggiunta alle allrc, eh’ egli poco VOL. V. 9