I 70 MURO XVII, CAPO XXIV. stanziavano al porto Brondolo, e potè due delle genovesi salvarne dalle fiamme : ne trovò altre dieci presso a Chioggia, abbandonale dal nemico, e se ne impadronì. Quesla battaglia coslò ai genovesi Ire mila uomini, olire a cinquecento e più prigionieri. Una buona metà delle (ruppe rimaste disertò, cercando asilo sul continente e fuggendo sino a Padova. E più soldati ancora avrebbero disertalo, se avessero trovalo barche da esservi trasportati e vogatori che ve li conducessero. Molli persino si sforzarono di passarvi a nuoto : ma non potendo resistere all' a-sprezza del freddo, per la maggior parte, vi morirono, e pochissimi soltanto dei più robusti la durarono sino a giorno. I veneziani con barche!le leggere ne trovarono in grande quantità, parie morii nel fango e parie agghiacciati per guisa, che appena tenevano l’anima coi denti. Per quesla vittoria i veneziani ridussero vuota di nemici tutta I’ isola di Brondolo, e dall’essere assediali e stretti ed all’ estremo pericolo ridolli, diventarono assedialori, c strìnsero e ridussero all'estremo pericolo i genovesi, le cui forze, poco dianzi così poderose, erano appena ridotte a soli sei mila uomini. CAPO XXIV. Pi •etensioni delle truppe da terra. Venezia incominciò allora ad alzare la mesta fronte ed a concepire nell’ animo le più liete speranze di una totale disfatta dei suoi feroci rivali. Fccesi grande festa da tulle le classi dei cilladini, i quali per l’ottenuta vittoria scorgevansi felicemente passati dalla più squallida desolazione alla più gioconda prosperità. Fu concesso, che tutte le contrade con fuochi e suoni ne manifestassero l’allegrezza : lu comandato, che nelle chiese se ne rendessero solenne grazie al Signore Iddio e si facessero per più giorni divote processioni in ogni parrocchia.