204 unno xvn, capo xlviii. # 1’ hora a dietro per tutte le parti del mondo sarà temuta et riverita. » Destatosi con le ginocchia in terra si pose nanzi la imagine di » Christo, ringraziando la bontà divina del lume che gli haveva » dato per fuggir la via delli peccati et supplicandola a coaiuvare » et illuminar la inbecillità et ignorantia sua, et prestargli forze di • perseverar nel proposito suo di seguire la via delle virtù. Dopoi » non volse pur entrar ne i monasterij di monache aperte, et fece » pensiero di accompagnarsi. » Ho voluto portare cotesto brano dell’ orazione funebre, recitata in lode di questo doge, acciocché sia palese lo sbaglio enorme del Filiasi, il quale, parlando dei disordini, che contaminavano i chiostri delle monache nel secolo XIV e nei seguenti, non ebbe riguardo a dire (1) : « Vecchio era il disordine, perchè nella fa-» mosa orazione funebre del doge Enrico (doveva dire Andrea) » Contarmi, morto nel 1381 (doveva dire nel 1382), lodasi esso » per aver saputo resistere alle tentazioni delle monache. E ciò » dicea 1’ oratore in faccia al senato ed al popolo. » Ma, oltre alle due inesattezze del nome di questo doge e dell’ anno della morte di lui, il dotto scrittore non si avvide di avere rovescialo il fatto delle monache dall’ attivo al passivo, perchè le recate parole della famosa orazione funebre ci mostrano invece, la monaca aver saputo resistere alle tentazioni di lui. (i) Mem. dei Veneti primi e secondi, cap. 39, nella pag. del toni. Ili, del-1'ediz. di Padova 1811, in annoi.