A>'NO 1580. 91 CAPO XXIX. 1/ governo di Genova manda assistenza alla sua armala bloccala in Chioggia. A Genova intanto era giunta notizia della durissima condizione, in cui stava Tarmata genovese bloccata in Chioggia. Fu perciò deliberato di armare quante più galere si avesse potuto e di assoldare truppe di terra, per mandare ad essa e dall’ una e dall’ altra parte soccorso. E prima, che quelle giungessero alle nostre lagune, posero in rotta nei dintorni di Manfredonia sette galere veneziane comandate da Taddeo Giustiniani, le quali erano andate a scortare un convoglio di grani, per approvigionare Venezia. I genovesi, dopo questo vantaggio, s’inoltrarono nel golfo nostro condotti da Marzuffo Doria e si presentarono alla vista del porto di Chioggia in sull’ albeggiare del giorno 6 giugno. Erano in numero di ventitré galere, con due brigantini, e parecchi ganzaruoli. Si avvicinarono al porto, scaricando un colpo di bombarda e chiamando fuori con molte ingiurie i veneziani. Ma i veneziani non si mossero punto dal loro posto : tali erano gli ordini dei comandanti. Gli accampamenti di Carlo Zeno s’ erano messi sull’armi, per essere pronti a rispingere qualunque movimento avessero azzardato i nemici, che stavano in Chioggia. Nè da Chioggia osarono di uscire gli assediati, perché sapevano di non avere forze bastanti da liberarsi : bensì sui tetti delle case erano montati, agitando bandiere verso i loro patriottiche venivano dal mare, ed assordando l’aere di strepitosi clamori. Ed in questo atteggiamento rimasero tutti i combattenti dell’ uno e dell’ altro campo sino alla sera. Venuta la quale, ned essendosi tampoco mossi i veneziani per venire alle mani colle galere nemiche, i genovesi risolsero di mettersi al largo, ed allon-tanaronsi dal porto di Chioggia sei buone miglia : gettarono le ancore di rimpetto a Fossone, ed ivi se ne stettero quella notte. In