212 LIBRO XVIII, CAPO IV. amministratore del patriarcato di Aquileja la costrinsero ad entrare in lotta colle armi. Francesco da Carrara s’ era collegato con quelli di Cividale, a favore di lui, il quale d’ altronde bramoso di estinguere il fuoco della discordia aveva fatto fare agli udinesi proposizioni di pace; e perchè il signore di Padova non vi si opponesse, nè volendolo disgustare, perciocché utilissima gli era stata l’assistenza di lui, propose di cedergli Sacile, Portogruaro, Monte-Falcone, la Chiusa e parecchie altre castella. L’ accomodamento fu accettato, e fu giurata obbedienza al cardinale amministratore. Egli pose allora la sua residenza in Udine : ma il Carrarese, abusandone della debolezza, fece investire delle prime cariche della città gli stessi uffiziali suoi e coloro che più gli erano affezionali. Del che sdegnati gli udinesi, perciocché vedevano sacrificata agli stranieri la loro libertà, nc menarono gravi querele col cardinale; nè avendo potuto ottenere da lui soddisfacenti risposte, perciocché aneli’ egli era caduto solto la imperiosa baldanza del signore di Padova; si sollevarono a tumulto e corsero alle armi. Spaventato il cardinale usci a precipizio dalla città ed andò a cercarsi asilo in Padova. La sua fuga costrinse i due partiti a mettersi in guerra : gli udinesi ricorsero ai veneziani, i quali non esitarono ad aiutarli, per trovare con ciò un pretesto a saldare de’ conti vecchi, che tuttora stavano in piedi col Carrarese. Non di meno non vollero dichiarargli apertamente la guerra : si contentarono intanto di regolare le mosse dei friulani a conservare intatta la libertà nazionale. Perciò fu preso di persuadere a que’ signori, che odiavano il dominio de’ Carraresi, ad unirsi a propria difesa in una ben ordinata confederazione. Per tale oggetto il senato deliberò di mandare secretissimamenle un ambasciatore, il quale tentasse 1’ animo dei cittadini di Udine e di altre comunità, ed in particolare di Federigo Savorgnano e di altri castellani, cui conoscevansi più gelosi della libertà della loro patria. Fu poi prescritto all’ ambasciatore, che trovandoli disposti a stringersi in alleanza contro il cardinale ed il signore di Padova li persuadesse ad effettuarne il progetto,