anno 1580. 93 vantaggiosissima, in cui stavano; mentre i nemici, impediti dalle catene, che chiudevano i porti, e lanuti lontani dalla flotta schierata in ordine di battaglia, non potevano penetrare al di dentro. Lo che tanto più difficile riusciva ad essi, perchè la strettezza del canale era siffatta, che non avevano spazio da combattere se non con due galere per volta. I genovesi assediati in Chioggia, vedendo, che la flotta mandata a loro in ajuto non era in grado di assisterli minimamente, trovarono il modo di far sapere al comandante di essa, che se fosse venuto vicino a terra, dalla parte di Chioggia piccola, eglino avrebbero tragittato il canale, che sta framezzo alle due Chiog-gie, e con tutta facilità da quella spiaggia avrebbero potuto salire a bordo delle galere e salvarsi, giacché non v’ era più modo di tener Chioggia in loro potere. Lo dissero ; ed il giorno 17 giugno si accinsero ad effettuarlo. Avevano formalo coi legnami d’ ogni genere, che poterono trovare in Chioggia, un centinajo di barche da trasporlo, e su di esse montati uscirono dai canali di Chioggia e s'avviarono al lido di Sotto-Marina. Ma la flottiglia dei veneziani, che stava di guardia, piombò loro addosso con alquante barche; ne predò cinquantasei di quelle dei fuggitivi, fece di essi grandissima strage; prese prigioniero Giovanni Malgranello da Pera, ch'era il condottiero della spedizione, e con lui molti gentiluomini genovesi; costrinse le altre barche a riparare in Chioggia, e cosi fece intendere alla flotta, la quale aspettavali a bordo, essere inutile ogni loro piano militare per porger mano agli assediati colleglli. Le galere perciò ritornarono di bel nuovo alla loro stazione di Fossone, disperando affatto dell’ esito felice di qualunque lor tentativo. Non rimase allora altra via, che quella della seduzione. Feeero prova anche di questa, approfittando del malcontento, che sapevano serpeggiare nell’ esercito da terra. Ne scelsero a strumento il già commemoralo Roberto da Recanati : ne vedremo la riuscita in appresso.