UH unno xvn, capo vih. città di Treviso. E quando seppe, eh’ egli aveva passato il fiume Piave, gli mandò incontro Novello suo figlio, alla lesta delle truppe padovane, che si trovarono a Campo san Piero, con ordine di unirsi alle altre, che stavano sotto Treviso, comandate da Carlo Durazzo. Ma la repubblica di Venezia, la quale aveva potuto investigare da prima 1’ animo di quel principe ed avevaio scoperto propenso a sentimenti di mitezza per lei, gli mandò cinque ambasciatori ad ossequiarlo ed a trattare con lui di pacifico componimento. I cinque ambasciatori furono : Nicolò Morosini, Giovanni Gradenigo, Zaccaria Contarmi, Michele Morosini procuratore, ed Jacopo Priuli. Condiscese Carlo della Pace alle istanze degl’ inviali ; ed anche furono estesi alcuni articoli del desiderato accordo, i quali ne contenevano le pretese. Uno degli ambasciatori, Zaccaria Contarmi, insieme col frate Luigi, generale dei francescani, venne a Venezia a portarli, per udirne il parere del Senato. Erano gli articoli (1). « I.Che ogni festa solenne si levassero le insegne del re d’Un- • gheria sulla piazza di san Marco, così come si leva san Marco. » II. Che i veneziani non avessero il loro doge per eletto, fin-» che non fosse confermalo per esso re; tamcn eglino lo elegessero. » III. Si pagassero per le spese fatte per la lega in questa » guerra ducali cinquccentomila in tempi. E volevano per pegno » le gioje di san Marco e la beretta del doge colle sue gioje. » IV. Che ogni anno i veneziani fossero obbligati a dare du-» cali cinquantamila al prefalo re per tributo. » Questi articoli, comecché gravosissimi e che avrebbero ridotto Venezia alla condizione di provincia tributaria del re di Ungheria, parvero a taluni da potersi accettare, piuttoslochè permettere ai genovesi ed al signore di Padova la conquista di Venezia. Dice anzi il Sanuto, nella sua cronaca, di avere veduto in antichi libri, ( i ) Si hanno presso il Sanndo, Vite dei Dogi.