106 LIBRO XVII, CAPO XXXIII. s’ era recato ad incontrare il doge il clero della cattedrale di san Marco. San Marco non diventò cattedrale che nell’ anno 1821: ai tempi del Laugier e molto più ai tempi della guerra di Chioggia, la cattedrale di Venezia era 1’ odierna basilica di san Pietro di Castello. c a p o xxxin. La flotta genovese continua le ostilità contro i veneziani. Ma le fatiche dei veneziani a riacquistare una intiera tranquillità non erano per anco finite : la guerra coi genovesi non aveva che cangiato fase; restava ancora da combattere lungamente. Imperciocché Marzuffo Doria, il quale non aveva potuto far fronte ai veneziani nell’ assedio di Chioggia, slava in aspettazione di una forte squadra, che la repubblica di Genova gli aveva spedito in assistenza, comandala da Gaspare Spinola. Intanto si diress’ egli verso le coste dell'Istria, ove quella trovò; c con essa, dalla parte del mare, e con le truppe del patriarca di Aquileja assalì Trieste e se ne fece,padrone ; espugnò Capo d’ Istria, e vi pose grosso presidio, per impedire che i soldati veneziani, a cui non aveva potuto togliere il castello, ne ricuperassero di bel nuovo il dominio; prese Pola e vi appicò il fuoco. Finalmente il dì 22 luglio si presentò dinanzi a Parenzo. Indarno tentò di sorprenderla : la guarnigione veneziana, che cuslodivala, lo rispinse. Per impedire il progresso di queste imprese il governo di Venezia decretò, che Vittore Pisani andasse con una grossa flotta ad affrontare i nemici ed a ricuperare i luoghi da esso occupali. Perciò, allestite cinquanta galere, si mise in mare il dì 30 luglio, e si diresse tosto alla volta di Pirano. Ivi si fermò per approvigio-nare la sua armata : quindi andò a Capodislria con dieci sole galere. Aveva avuto la precauzione di mandare innanzi per la parte di terra alquante truppe, acciocché tagliassero il ponte, che univa