56 LIBRO XVII, CAPO XV. e sostenere uno scontro durissimo coi veneziani che vi stavano sempre in guardia, disposti in ordine di battaglia. La posizione per altro dei veneziani, tuttoché favorevole per la resistenza a qualunque impresa dei nemici, era assai pericolosa ad essi per la inclemenza della stagione e per i continui pericoli del mare aperto, su cui erano costretti a stare continuamente. Un impeto straordinario di burrasca avrebbe bastato a disperderne la flotta ed a sbloccare il Doria, il quale ben intendeva tutto 1’ orrore della sua situazione e già trepidava sulla sorte di diecimila genovesi, eh’ erano chiusi con lui dentro quest’ assediato recinto. Vide perciò la necessità di accingersi a qualche impresa azzardosa, che decidesse della sua sorte. Mandò pertanto il di 24 dicembre quattordici galere su per lo canale dell’ Asedo, acciocché tentassero il passo di Brondolo. Di notte fece fare uno scavo per via di santa Caterina del deserto, sino quasi a Brondolo. Ma prima che le galere genovesi fossero giunte a Brondolo, incontrarono Federigo Cornaro, che loro ne contrastò vigorosamente il passaggio e le costrinse a ritornare indietro. I genovesi, incalzali dalle freccie e dai veretloni, che loro scagliavano addosso i veneziani, ebbero a grande ventura di potersi ridurre colle loro galere l’una dietro l’altra appresso al monastero di san Michele di Brondolo: ove coi loro armeggi scesero a terra e cercarono di farsi forti alla meglio che poterono. Pare, che rispettassero d’ambe le parli il di 25 del mese, giorno della natività del Signore; perchè non ho trovato in nessuna cronaca registrali avvenimenti o zuffe o lavori. Bensì nei due giorni successivi, si molestarono senza tregua con veretloni e con bombarde dal-l’una parte e dall’altra; ed i genovesi vi avevano sempre la peggio. Era loro rimasta libera una sola comunicazione colla terra ferma, per cui Francesco da Carrara mandava frequentemente vettovaglie a Chioggia per soccorso dell’ armata : ma i veneziani pensarono al modo di togliere anche questa. Dopo, infatti, di avere appostalo sedici galere, acciocché costringessero quelle dei nemici a starsene inoperose colà , dove s’ erano ridotte per salvarsi,