138 LIBRO XVII, CAPO XLII. spinsero in mare e ritornarono alla loro flotta. Dalle quali avvertito di ogni cosa lo Zeno, si ritirò al largo, ben prevedendo, che i nemici non avrebbero tardato a sbucare dai loro nascondigli e inseguirlo. E così avvenne. Carlo, tosto che vide da lungi 1' armata genovese, ne fece dall’ alto degli alberi delle sue galere esplorare il numero, ed avendo inteso, eh’ erano vent’ otto, oltre ad altri legni inferiori pensò, doversi colla sagacità compensare il danno della notevole inferiorità delle sue forze. Calcolò, che s’egli si fosse posto a fuggire a tutta forza di remi, tostochè i genovesi gli si fossero avvicinati per lo spazio di un tiro di freccia, i colpi suoi, scagliali all’ indietro contro coloro che lo inseguissero, sarebbero stali, a cagione della velocità del corso, più efficaci e dannosi di quelli di chi, inseguendo, gli avesse scagliati su di lui, che fuggiva. Calcolò inoltre, che se le sue galere avessero potuto superare le genovesi nella velocità della corsa, avrebbe potuto di quando in quando concedere ai suoi remiganti riposo, per poi riassumere con più lena la fatica, allorché i nemici gli si fossero di bel nuovo avvicinali. E così, stancandoli col lavoro e molestandoli col saettare, gli avrebbe costretti a lasciarlo in pace ed andarsene. Calcolate le quali cose, animò i suoi a fiducia ; fece preparare in arme i soli saettatori, e tutto il resto de’ soldati distribuì ai remi in assistenza dei vogatori, acciocché o ne accrescessero all’ uopo la vigoria, o soltentrassero nel luogo degli affaticati. E nel mentre eh’ egli così preparavasi, ecco le galere dei genovesi gli furono d’ appresso quanto lo scagliar di una freccia. Lo Zeno subito comandò alle disposte schiere di eseguire ciascuna la propria parte. E dardi e partigiane e verettoni ed ogni altro genere di micidiali projettìli incominciarono quindi a diluviar sui nemici, i quali di mano in mano che inseguivano la flotta che gli scagliava se gli accoglievano addosso, finché lo sforzo straordinario dei remi allontanò di largo tratto i fuggenti. Fec’ egli allora dar riposo agli affaticati, fece distribuir loro vino e cibi, per ristorarli e renderli allegri e freschi a ripigliare poscia 1 interrotto lavoro. E infatti, tostochè i