22 LIBRO XVII, CAPO VII. fossero sospesi lutti i salarii, die percepiva ciascuno ilei componenti le varie magistrature. <: a p o vn. Nuove mosse dei genovesi. Intanto i genovesi, conoscendo impossibile qualunque assalto alla ciltà di Venezia, tentarono allre operazioni, per cui molestare sempre più i veneziani c ristringerli dentro più angusto coniine. Infatti, dopo di avere esploralo le posizioni c i lavori, che difendevano il porlo di san Nicolò, cd csscrvisi trattenuti più ore di rimpetto, e dopo di avere più volte ripetuto coleste mosse, dirigendosi poi sempre in sul declinare del dì verso Chioggia, centro di tulle le loro forze; vi ricomparvero, il giorno primo di settembre, con venti galere e due ganzaruoli ; fecero mostra di voler tentare l’ingresso del porlo; e poscia oltrepassarono sino a sant’ Erasimo. Ivi approdarono, sbarcarono gente, appiccarono il fuoco alle case, clic vi trovarono; si dispersero per l’isola a raccogliere bollino; e lauto vi si trattennero, che una galera vi rimase quasi in secco, a cagione dcU’abbassamenlo della marea, avvenuto in quello spazio di tempo. Rientrali nei loro navigli, vennero a dar fondo in faccia al porto suddetto c vi si trattennero tutta la nolie; indarno lusingandosi di sorprendere la vigilanza dei veneziani difensori. Fatto giorno, si accostarono alquanto alla spiaggia del Lido e tirarono parecchie bombarde. Si staccarono allora da Venezia dieci ganzaruoli c mossero contro quelle galere, ed a colpi di bombarda le costrinsero ad allontanarsi; avendone ferito cd ucciso non pochi ile’ marinari. Rinnovarono i genovesi il loro apparimenlo dianzi a quel porlo anche il dì 7 dello stesso mese. Vi si presentarono con quindici galere: vi si trattennero alquante ore: poi girarono le prore verso le coste dell’ Istria. Colà avevano formato dei concerti, acciocché