128 LIBRO XVII, CAPO XL. • E ’1 messo, che portava le letlre, et una Furlana, che stava in cà • de Franceschin Dandolo, la qual dee esser vezuda in questo di » da vui cum lettere del podestà de Cittadella, sì che habiendo » mente la robba de li homeni delle contrade, che era redula lì, » chi la va a tiore la ghe dada. Gente ghe in la bastia, bandiere » quadro cum Marco da Fontaniva. In Caslello no ha fallo ancor » ne Podestà ne Capitaneo, ma per guardia li è un da Lion e » Francesco Rustega cum bandiere doi, e parme, che ’I se inlenda, » che za commenza, che quelli che ha fioli li manda a Padoa in » studio, e Prezane a Padoa clic per la bella terra cum bona pro-» vision. Ancora per un nostro de sovra havemo come per asse-» diar questo luogo la ordena el tracia chel sea serado quelli passi » de sovra. Però per dio provedè che questo luogo è clave de la » campagna. Scriveva per simile per ordene alla Signoria, ma ne • ho destro sichè sei ve parera de là ghe possi far a saver. Apa- • riado per vui ad ogni vostro honor. Data 28 decemhrc. Franee-» sco Delfin Podestà de Asolo (l). » (i) Questa lettera, espressa con linguag- » 4, Alprelo (forse Alberto) da Salvaro-gio e co» frasi veneziane di quell’età, ha » sa ; 5, Jacopo d’Almerigo; 7, Gerardo bisogno di essere tradotta nell’ idioma ita- » fratello del detto Jacopo; 8, Pietro Bon ; liano, perchè nella sua naturale originalità w 9, Jacopo di Capellin ; 10, Bartolomeo di riesce anche agli stessi veneziani difficile «Valla; 11, uno che si chiama Arides ; in alcuni luoghi ad essere intesa. Perciò ne « 12, Olivero figlio di Boneto da Campre-soggiungo qui la versione. «Premessa una « to ; degli altri due non sa dire il nome, w filiale raccomandazione. Per mezzo di I loro patti, secondo il suo dire, sono « Sacardo soldato nostro, che giunse di n di essere sciolti per dieci anni da ogni n COllà il dì 27 dicembre (ho ricevuto) « fazione e di percepire ducati quattro-n duecento libre di piccoli : ed anche mi « mila. E di questi ne hanno avuto una 11 scrivete, che, se udissi alcuna cosa dei » parte. Oltre a ciò la roba dei veneziani, 11 fatti di Castelfranco, ve la faccia sapere, » eh’è stata trovata in Castelfranco: ed il 11 Sul che ve ne porgo, siccome giunse di i> loro signore fa ad essi donazione delle » colà, a’ 28, un messo, da cui seppi, che * possessioni. A Salion ha dato la casa di .> i traditori del caslello furono quattordici, " Filippo Ferro e quella di Donato Zane ; « de’ quali il primo fu prete Giovanni da "a un figlio del detto Salion la casa di ser « Ricse ; costui piantò sulla piazza lo sten- » Dardi Zorzi, e questo è il merito (osti dardo di quello di Padova ; 2, prete An- » sia la ricompensa) del bene, che loro v gelo da Castelfranco ; 3, Salion da Liedel ; "ha fatto. La casa di Pier Franceschino