anno 1379. 11 per le scorrerie marittime. Col mezzo de’ suoi capitani Giovanni Monleloro ed Armanno Buzzacarino, ajulato dai rinforzi, che gli erano venuti dal patriarca di Aquileja e dal re di Ungheria, aveva assediato il castello di Romano, nel territorio di Treviso, e se n’ era fatto padrone. Di là aveva marciato contro la città di Treviso e vi si era accampato all’ intorno. Ma la piazza era troppo bene fortificala e difesa, nè le mancavano munizioni e vettovaglie da poter sostenere senza grave discapito un lungo assedio. Francesco perciò non ardi intraprenderlo : si contentò di far vivere i suoi soldati a spese dei nemici. Ed infrattanto le truppe ungheresi, che stavano accampate a Cittadella, a Bassano, a Campo San Piero ed a Mirano, erano discese verso 1’ estremità della terraferma, e divise in due differenti corpi avevano occupato la Torre delle Bebbe da un Iato e il Moran-zano dall’ altro. Venezia perciò era quasi del tutto bloccata e per terra e per mare. Tult’ al più aveva potuto conservare un grosso corpo di truppe sotto Mestre, per osservare i movimenti degli alleali e per toglier loro la facilità di maggiori progressi. Furono eletti in Venezia due provveditori, uno di qua ed uno di là del Canale grande, che divide la cillà; si cacciarono da ogni casa i vagabondi e gli oziosi ; si fece la numerazione di lutti i cittadini atti a portare le armi ; si presidiarono le isole di Torcello, di Burano, di Mazzorbo e dei Tre Porti ; si pubblicò un decreto, che comandava a tutti i sestieri di prendere le armi al primo segnale che avessero udito, e radunarsi sulla piazza di san Marco. CAPO IV. Assedio di Chioggia: nè presa (a città. I genovesi, fatte le loro indagini e fissati i loro progetti, ne intrapresero alfine l’esecuzione. Si presentarono con quarantasette galere, comandate da Pietro Doria, dinanzi al porto di san Nicolò;