an>o 1580. 79 Quelli, che consideravano, essere affatto esausto l’erario pubblico, ned essere più in grado lo stato di continuare in tanta profusione di denaro, quanta gli ognor crescenti bisogni n’ esigevano, erano d’ avviso, che si dovesse col combattere sforzare la piazza e strapparla di mano ai nemici; ed altri invece, i quali conoscevano tutte le gravissime difficoltà di quell’impresa, proponevano, che coll’as-sediarla strettamente se ne avesse ad aspettare la resa, a cui necessariamente si sarebbero ridotti i nemici tostochè la mancanza dei viveri avesse portato nella piazza la fame. Fu comandato perciò, che si tenesse consiglio di guerra e che nell’armata il doge e i generali tutti si radunassero, e deliberassero su questo punto rilevantissimo. Ognuno espose il proprio parere ; ma troppo gli uni erano discordi dagli altri, cosicché nulla se ne poteva conchiudere. Parlò allora Carlo Zeno e tenne il discorso, che dallo scrittore della sua vita, Jacopo Zeno suo nipote, ci fu conservato e che io colle stesse parole soggiungo (1): ■ Se la pietà mia verso la Repubblica e i comandamenti vostri » c la usanza mia di riparare a’pericoli che sovrastano alla patria » non mi movesse, Serenissimo Principe c voi altri prestantissimi » senatori, io certamente non parlerei in questo giorno; e, aspel-» tata la vostra deliberazione, obbedirei poi a quello che mi fosse » comandato, acciocché mentre clic io consiglio la repubblica » niuno potesse pensare clic io favorissi la causa dell’esercito e dei » soldati. Io so bene, che di me non può alcuno sinistro pensiero » entrare nelle menti vostre, conciossiacchè questo magistrato clic » m’ avete dato di governare 1’ esercito, olirà gl’ incredibili pen-» sieri, le fatiche intollerabili e le affannose molestie, le quali ognora » mi tormentano, partorisce al corpo mio c alla mia fortuna (i) La vita di Carlo Zeno, scritta nel un discorso compendioso assai al confronto secolo XV da Jacopo Zeno suo nipote, di quello del biografo suo nipote ; inven- volgarizzata nel secolo XVI da France- lato probabilmente da lui, e senza veruna sco Quirini: Venezia 1829, Pao’ ^8 e se&* cognizione topografica del luogo, che ne 11 Lau gier. nel lib. XVI. gli pose in bocca formava il soggetto.