246 LIBRO XVIII, CAPO XI. Spedi ambasciatori al re di Francia, perche gli prestasse aiuto di truppe ; fece sollecitare i veneziani e i genovesi, perchè volessero unirsi con lui. Dal canto suo, Manuello imperatore dei greci scrisse a tutti i principi di Occidente, e dipinse loro colle tinte più spaventevoli la situazione funesta del suo impero. Anche la repubblica di Venezia conosceva la necessità di formare una lega potente, per opporre da per tutto valida resistenza a Bajazet, il quale minacciava d’ invadere su di ogni punto l’Europa. Ma prima di determinarsi a qualsifosse intrapresa, il senato si volle assicurare della cooperazione degli altri principi, acciocché i suoi sforzi non avessero a ritornare inefficaci da un Iato e forse dannosi dall’altro. Mandò pertanto un ambasciatore ai re di Francia e d’Inghilterra, siccome a quelli, da cui poteva sperare maggiori soccorsi : e 1’ ambasciatore scelto a tal uopo fu il celebratissimo Carlo Zeno. Egli crasi testé allontanato, dopo cinque anni di dimora, dalla carica di governatore di Milano, ove s’ era reso meritevole di somme lodi. Nel quale frattempo, aveva talvolta visitato il giovine Francesco da Carrara, relegalo sull’astigiano nel castello di Corlusone, ed avevaio altresì confortato con parole d’incoraggimento, e con sussidii di oggetti necessarii alla vita, e persino col fargli un prestilo di quattrocento ducati del proprio ; prestito, che vedremo in seguito avere cagionato al magnanimo gentiluomo funesta sorgente di civile disavventura. Scioltosi pertanto spontaneamente lo Zeno dal servigio del Visconti, intraprese la legazione impostagli dalla patria e si ridusse a Parigi. Egli, coltissimo com’era nella letteratura, parlò dinanzi a quel re ed alla sua corte eloquentemente in latino, e poscia espose la medesima sua domanda in lingua francese, di cui aveva fatto diligente studio allorché da giovinetto trovavasi in Avignone ; la qual cosa gli conciliò ben presto 1’ ammirazione e la benevolenza di quel sovrano. Passò quindi in Inghilterra, ove compiè il medesimo incarico, e finalmente, lieto di avere ottenuto quanto la repubblica desiderava, ritornò in patria. Per siffatte comunicazioni venne a conchiudersi una lega pos-