anno 1379. 53 preservare Venezia dall’imminente servaggio, die le minacciavano gl’inferociti genovesi. Tulle le offerte, che colle parole del Sanudo ho voluto qui registrare, furono di mano in mano rassegnate alla Camera deli Armamento', e di ciascuna fu preso nota, e sino al giorno d’oggi la si può vedere, nel libro XXXVI de Pregadi (I). CAPO XV. I genovesi sono assediati in Chioggia dai veneziani. Rinvigorita cosi la repubblica dal pronto e copioso soccorso, che le recarono i suoi cittadini, potè intraprendere animosamente una difesa, per cui, nel mentre assicurava la propria indipendenza, riduceva a strettissime angustie i nemici, che gli e la contrastavano. Subito infatti fu dato inano ai lavori marittimi; e sì assiduamente dì e notte, che in meno di venti giorni, trentaquattro galere furono pronte alla partenza. La mattina pertanto del 21 dicembre il doge calò nella basilica di san Marco: ivi assistè alla messa dello Spirito santo, che vi fece celebrare: raccomandò alla Signoria l’amministrazione e il governo di Venezia; e poi, preceduto dallo stendardo ducale, montò sulla sua galera e si diresse con tutte le altre alla volta del Lido. Erasi concertato di uscire da san Nicolò e di recarsi sopra Chioggia, a chiuderne il porto colle cocche ed a stringerne di assedio la città. Perciò la notte di quello stesso giorno, venendo il 22, salparono dal Lido con quattordici galere e remurchiando le cocche giunsero al porto di Chioggia due ore avanti giorno. Senz’ avervi trovato veruna galera genovese, vi entrarono e vi disposero in buon ordine le cocche : ed in frattanto giunsero anche le altre galere col doge e col resto della truppa, le quali si appostarono ni guisa da chiudervi dentro i genovesi per ogni Iato. Tutto (») A carte 90 ed in seguito.