anno 1379. 13 consistevano in cinque o seimila solíanlo; le comandava Pietro Emo, a cui erano siati aggiunti provveditori Nicolò Contarini e Giovanni Mocenigo. Importava assai alla difesa della piazza il tenere impedite le comunicazioni tra la (lolla genovese, che la bloccava dalla parte del mare, e le truppe del da Carrara, che 1’ assediavano dalla parte di terra. A ciò il Senato aveva provveduto col dare a Giovanni Civrano il comando di un buon numero di galeone, acciocché si appostasse con esse ai migliori punti della laguna ed interrompesse qualunque concerto del carrarese col Doria. Ma il Civran eseguì così male la commissione affidatagli, che lasciò occupare agli alleati i posti più vantaggiosi; e sì, che pareva fosse aneli’ egli d’ intelligenza coi nemici. Perciò fu richiamato a Venezia e posto in carcere. 11 giorno 11 agosto, le truppe di terra diedero l’assalto agli avamposti, che difendevano il ponte: ma furono vigorosamente ri-spinte. Nell' indomani, i genovesi di concerlo cogli alleali rinnovarono 1’ assalto ; quelli dal mare, questi dalla Ierra. La guarnigione sostenne quell’ impeto con intrepidezza e valore : fu sparso molto sangue dall’una parte e dall’altra : i nemici alla fine guadagnarono la testa del ponle. Non perciò se ne potevano dire padroni, perché vi erano da superare ponti levaloj e bastile, prima di giungere alla ciltà. Gli assalti perciò furono rinnovati nei due giorni successivi; vi si adoperarono le artiglierie con instancabile furore; ma gli assalitori vi rimasero rispinli con una costanza ancor più mirabile. Tanto coraggio però nel sostenere la difesa della città non valeva a compensare i danni sanguinosi, che scemavano continua-mente il numero dei difensori ed esponevano sempre più la piazza al pericolo di cadere in mano degl’ inferociti avversari. Al che ponendo mente il comandante Pietro Emo, la notte del ìk venendo il 15 di agosto, spedì a Venezia una barca per domandare soccorso. Fu deliberato sull’ istante di mandare a Chioggia un convoglio di cinquanta barche, cariche di soldati c di balestrieri, di cui spontaneamente assnnsero l’incarico Leonardo Dandolo e Domenico