anno 1390. 243 aneli’ egli per la salvezza propria ; al quale scopo avrebbe approfittato del castello di Corlusonc, donatogli dal Visconti. Ma il confidente suo, sedotto da perverso consigliatore, andò con esso a svelare la trama a Galeazzo ; da cui altro frutto non colsero, clic le beffe e le derisioni della incredulità, ed ebbero a gran ventura di potersene ritornare salvi alle loro patrie. E sebbene il Visconti non credesse alle parole dei delatori, tuttavia sospettò, che un qualche fondo parvi fosse di verità nel racconto di quelli ; perciò si diede a scandagliarne per ogni via e in ogni modo l’arcano. Concesse a Novello il libero possesso del castello di Cortusone, e là fecelo circondare da sagaci osservatori, che ne guardassero tutti i passi e ne studiassero l’animo. Egli intanto, coltivando i suoi progetti nel più secreto del suo cuore, ebbe tanta destrezza da poter indagare anche di colà i sentimenti della repubblica di Venezia, per sapere se, nel caso che volesse tentare alcuna cosa per ricuperare gli antichi suoi stati, essa ne avrebbe secondato le mosse od almeno avrebbelo favorito colla neutralità. E facile cosa a pensarsi, che la repubblica dovesse preferire per suo vicino il da Carrara, circoscritto alla signoria di Padova, piuttostochè un principe padrone di tutte le provincie italiane da Padova sino a Milano. Fu risposto perciò al Carrarese in guisa da dargli animo, e da far riuscire nel tempo stesso gli avvenimenti a seconda delle tendenze di lei. Novello allora fuggì da Asti in abito di pellegrino, errò per le riviere della Liguria, tuttoché ingombre da’ suoi nemici. Aveva seco la moglie incinta da sei mesi e i suoi figli, e con essi andò errante, pernottando tra le rupi, inseguito dagli emissarii di Galeazzo c respinto da quanti nc temevano o l’inimicizia o lo sdegno. I genovesi e i pisani non lo vollero fra le loro mura: i fiorentini appena concessero un ricovero alla moglie e ai figliuoli. Bologna gli promise a fior di labbro una qualche assistenza. Egli poscia passò in Baviera ad invocare la proiezione di quel duca, genero di Barnabò Visconti deironizzato da Galeazzo, ed a sollecitarlo a castigare T usurpatore. Quel principe gli promise dodicimila uomini, cui le