uh* o 1379. 9 loto servizio; posero lungo la catena una galera di guardia con Ire zatteroni, montati da un altro corpo di truppe. C A P 0 II. Tentativi dei genovesi per penetrare nelle lagune. Malgrado tutte queste preparazioni, eseguite colla massima sollecitudine, la repubblica conosceva ben chiaramente il pericolo, che le sovrastava : ma nello stalo d’ indebolimento, in cui si trovava, non rimanevate da sperare, che nella sola difesa a lei preparata dalla natura nell’ impenetrabilità de’ suoi porti e nelle tortuosità dei canali e delle secche delle sue interne lagune. Nei primi giorni del luglio 1579, diciassette galere genovesi presentaronsi dinanzi al porto di san Nicolò del Lido. V’incontrarono un naviglio mercantile, il quale, vedendo inevitabile la sua perdita in mano dei nemici, preferì di andarsi ad investire nella spiaggia : non lo poterono perciò predare, bensì vi appiccarono il fuoco : 1’ equipaggio si salvò in terra. La flotta genovese, dopo avere esplorato quel porto, rase la spiaggia lunghesso l’isola, ed entrò nel porlo di Malamocco. Si avvicinò all’isola di Pellestrina (1), vi pose il fuoco, e proseguì, scandagliando i canali interni della laguna, finché riuscì ad appostarsi rimpello aChioggia. Ivi passò la notte, e all’indomani continuò il suo corso neirintcrno canale sino a Brondolo, dal cui porto uscì per rimettersi in mare. Si appostò poscia dinanzi a Fossone ; vi si fermò tre ore ; in fine si diresse alla volta di Zara. Era questo riconoscimento dei fondi della laguna una palese minaccia di ciò che i nemici progettavano di fare. La quale minaccia fu confermata vieppiù, allorché, pochi giorni dopo, ricomparvero con sei galere e si fermarono dinanzi all’ imboccatura del (i) Il Laugier e il suo copista Dani, ignari dei veri nomi delle noslre isole, Phanno «'hiamata costantemente Paìesfrina. VOL. V. 2