192 LIBRO XVII, CAPO XLYI. Una circostanza notabile, che avrebbe dovuto aver luogo più addietro, ma che tacqui allora per non interrompere il filo della narrazione intrapresa, dev’ essere qui ricordata. Nel mentre che gli ambasciatori dei varii principii se ne stavano radunati dinanzi al duca di Savoja per trattare di questa pace, sorse motivo di differenza tra i genovesi e i veneziani, perchè nessuna delle parli voleva essere la prima a domandare la pace. Ma Zaccaria Contarini, eh’ era uno degli ambasciatori della repubblica nostra, appianò colla sua destrezza ogni difficoltà. Levatosi in piedi, disse ad alta voce : Noi, non come vinti, ma come vincitori, cerchiamo pace. A queste parole tacquero tutti gli astanti ministri e cessarono i contrasti : si concertarono le condizioni della pace e le si compresero nell’ istrumento testé recato. CAPO XLV1. Famiglie ascrìtte al Consiglio Maggiore, ossia, alla nobiltà veneziana in contraccambio degli aiuti prestati alla Repubblica nell’ occasione di questa guerra. Pubblicata appena la pace, il governo si die’ premura a mantenere le solenni promesse, che aveva fatto a chiunque dei cittadini si fosse distinto nell’ assistere la patria in quei funesti frangenti, in cui la si era trovata, quando i genovesi, padroni quasi delle nostre lagune, avevano stretto di blocco la stessa città di Venezia. Abbiamo veduto alla sua volta la determinazione del governo, ed abbiamo veduto altresi come largamente vi cooperassero i benemeriti cittadini (1). La pace fu pubblicata con grande pompa il giorno 5 di settembre 1381 ; ed il giorno h si decretò nel consiglio de’ Pre-gadi la scelta dei trenta, che dovevanno essere ammessi a quel-1’ onore. Dalla serie lunghissima dei tanti che avevano offerto, (i) Ved. «dJielro, nell» pag. 36 e seg., * nella 4a e s'S-