402 LIDRO XLV1I, CAPO XI. maggiori sacrifizi di una guerra sì dispendiosa: ed allri invece furono d’avviso, che il comandante Emo preferisse alla pace l’attività della guerra, per procacciarsi gloria a discapito eziandio del pubblico erario. Accusa fu questa d’ altronde, che i più avveduti politici seppero smentire, osservando, che la repubblica non era punto aliena dal progetto di abbattere i barbareschi, acciocché il suo militare contegno in quelle regioni 1’ avesse mostrata in grado di far rispettare la sua neutralità nelle nuove insorgenze tra la Russia e la Porta ottomana. L’Emo intanto, dopo di avere svernato a Corfù ed in altri luoghi del Levante, fu costretto a limitare i suoi movimenti al solo crociare nell’ Adriatico, nell’ Arcipelago e nel Mediterraneo, nel mentre che la divisione navale comandata dal Condulmer doveva fare altrettanto tra Malta e la Sicilia e lungo le coste africane. In questa occasione, il Condulmer spinse un legno tunisino a rompersi nella spiaggia di Sfax. Ultimo risultato di quesla spedizione si fu, che i tunisini implorassero la pace, acconsentendo bensì alla diminuzione delle gabelle di entrata e di uscita dei legni veneziani. Ma, poiché non vollero tralasciare dalle loro pretensioni di annuali contribuzioni, le ostilità furono continuate. L’ Emo bloccò sì bene la baia di Tunisi, che con la sua sola fregata, avvicinossi sotto la Goletta, e sebbene molestato dal continuo fuoco di due cannoni, battè e predò uno sciabecco tunisino, che armò poscia ed unì alla sua squadra. E col resto de’ suoi legni portò gravi danni ad altri legni barbareschi, bruciandone alcuni, alcuni rendendone inabili a più corseggiare : assicurando per tal guisa sempre più la libertà della navigazione sì nazionale che estera. E così ebbe fine la spedizione dell’ Emo, incominciata con tanta alacrità, e che per dire il vero ha procacciato a quel prode luminosa gloria militare di valoroso ammiraglio. Anzi dei vantaggi derivali dalle sue mosse ebbero a partecipare anche le altre potenze, perciocché l’imperatrice delle Russie ne fece rendere alla repubblica in via diplomatica onorevoli ringraziamenti per la