anno 1768. 175 » di già prevediamo, e gravissimamente ne siamo angustiati ; quai » poi cattivi effetti debba partorire ancora nella Repubblica, Voi » medesimi il vedrete. A questo fine aver mira quel vostro editto » facilmente ciascun prudente uomo intenderà. Che se realmente » intenzione vostra fu, che si riformassero gli ordini regolari, che » Voi giudicate malsani : non tocca alla potestà laicale il medicar » questi mali, nè possono produrre salute que’ rimedj, che avete » creduto doversi loro applicare, ma conducono quelli ordini ad una » necessaria estinzione; dai quali però pii istituti e rettamente am-» ministrati, il concilio di Trento giudicò nascere alla Chiesa (li Dio » molto splendore ed utilità. E perciò non credete, che questi or-» dini fossero tolti ove corrotta fosse la vecchia e regolar disciplina: » ma ristorata essa prudentemente e próvidamente, dovessero nella * Chiesa ritenersi : Dunque dalla potestà della Chiesa e della Sede » apostolica debba richiedersi la riforma de’ regolari, acciò legitti-» inamente, a proposito ed efficacemente si richiamino all’ antica » disciplina. In oltre abbastanza non potiamo maravigliarsi, che » giudicate, che possino essere cangiate con la vostra sola autorità » le leggi e statuti di ciascun ordine, secondo lo spirilo delle quali » gli uomini religiosi hanno a Dio con solenne voto promesso di » regolare la loro vita ; poiché avevano considerato, che 1’ ordine » regolare, a cui si ascrivevano era conslituito con l’intervento della » legittima podestà, ed era stato nel vostro Dominio ricevuto col » consenso de’ vostri maggiori. Scorgendosi adunque da quel vostro » editto, che le sacratissime leggi della Chiesa si distruggono, che * i diritti della Sede apostolica si frangono, chei religiosi sono quasi » scacciati dall’ uso della Ior propria istituzione ; non può essere, » che delle anime vostre non m’incresca, le quali per sommo di-» sprezzo della Chiesa, o disegnando o meditando altre ingiurie: » dopo le altre contro di essa, con tanti lacci avete legate le vostre » coscienze. » Imperciocché, diletti figli, nobili uomini, osservate in quali » dirupati e precipilevoli luoghi vi ha condotti una certa falsa