■ anno 1761. 77 tribunale de’ capi del Consiglio un’ imputazione di secrete unioni tenute dai becchini delle parrocchie, per fare offerta di 500 zecchini ad uno de’ giudici del magistrato sopra la sanità, ond’ essere sostenuti e protetti in confronto di quelli delle scuole. Parve al Consiglio de’ X prudente deliberazione di troncare il filo a questa insorgenza col decretare annullata la determinazione del magistrato sopra la Sanità, ed ordinare, che le cose ritornassero al pristino stato, raccomandando agl’ inquisitori l’esecuzione del decreto. Per la quale risoluzione punto vivamente il sopra-proveditor alla Sanità, Polo Renier, sì per la sua personale riputazione e sì per lo decoro del magistrato, ne fece parola all’ avogador Querini, il quale non esitò ad intromettere il decreto dei decemviri all’ autorità del maggior Consiglio, appoggiato al reclamo fattogliene dall’intiero magistrato alla Sanità e rinvigorito dal concorso degli altri avogadori colleglli suoi. Per questi ed altri fatti di siinil tenore riuscivano gli animi sempre più esacerbati, finché nel mese di luglio entrò capo del Consiglio dei X il sunnominato Giovanni Dona, la cui inimicizia contro il Querini si rendeva di giorno in giorno vieppiù sempre palese ; cosicché s’ erano ridotti ad un continuo lottare di autorità in fra 1’ una e 1’ altra magistratura ; il Querini, per abbassare quanto più gli fosse stato possibile la soverchia autorità degl’ inquisitori e dei dieci ; il Donà per colpire in abuso di potere 1’ avogadore. Ma più di tutti ne temevano gl' inquisitori, perché salito, eh’ egli fosse l’arringo, coll’ animo caldo e veemente che aveva, avrebbe facilmente potuto indurre al suo partito la maggior parte dell’ adunanza. Perciò questi risolsero di svellere sino dalla radice il disordine, che presagivano, e di far quindi condurre il Querini a Verona e là farlo chiudere nel castello di san Felice. Presenlossegli adunque, alle ore 8 del dì 12 agosto 1761, Ignazio Beltrame, fante degl’ inquisitori, mentr’ egli era a letto nel suo casino a san Moisé. Gli espose il fante, che per comando del tribunale supremo lo dovesse seguitare in abito da campagna. Udita l’intimazione, ubbidì. Scortato da quattro soldati fu condotto al