all’ infausta notizia della mòrte di sì illustre concittadino, di sì chiaro scrittore, s’innalzò da tutti i giornali d’Italia e dai migliori stranieri. Anche noi, che l’amavamo qual padre, abbiamo allora cercato di mostrare ai nostri concittadini qual perdita avessen fatto, e lo facemmo con quella commozione che desta un avello ancora scoperchiato. Oggi, trascorso un anno da quel giorno luttuoso, rileggendo lo scritto, pubblicato nella Gazzetta di Venezia, troviamo che in quel primo sfogo del nostro dolore non abbiamo esagerata la verità duna sola linea, anzi siamo ancor rimasti al di sotto del vero ; e perciò con animo egualmente commosso e con mesta alterezza qui lo ripetiamo ad onor suo ed a tributo del più fervido e sincero sentimento d’ affetto da parte nostra : » Superiamo per alcuni istanti il più intenso dolore, soffermiamo le lagrime, per adempiere ad un pietoso ultimo ufficio.