2^0 LIBRO XLVIl, CAPO III. 183il coi tipi di Gerolamo Tasso, mostra difficoltà a prestarvi credenza. Motivo di lunghe dicerie contro al nuovo doge fu la leggenda incisa sulla sua prima osella, che distribuì alla nobiltà veneziana. Già si sa, essere stata usanza sino dall’ anno i 521, che i dogi annualmente facessero coniare coteste oselle. Primo ad introdurre quest’ uso fu il doge Antonio Grimani ; perchè ogni anno il dì 4 dicembre se ne regalasse una a ciascheduno dei patrizi presenti in Venezia, in sostituzione agli uccelli selvatici, che di regalia riscuoteva in quel mese dalle valli del dogado, già un tempo di particolari giurisdizione del principe. Di qua il nome di osella, perciocché in linguaggio veneziano, osello vuol dire uccello. La serie interessantissima di queste monete fu con somma erudizione esposta dal conte Leonardo Manin, il quale ne numerò cento e trentassette (1). Erano d’argento, e per legge di quell’ anno appunto 1521, del giorno 18 luglio, era espressamente comandato, « che in luogo degli uc-» celli, che cadaun gentiluomo nostro aver suole dal Principe, per * T avvenire aver debba una moneta della forma che parerà alla Si- > gnoria nostra, che sia di valuta di un quarto di ducato e li Ca-« merlenghi del comune siano obbligali delli denari deputati al > Principe di dare agli Oifiziali nostri delle ragioni vecchie quella » somma fissata per detta regalia, da essere distribuita allì nobili » nostri nel tempo, modo e forma, come osservare solevasi nella * dispensazione degli uccelli. » Del valore adunque di un quarto di ducato doveva essere 1’ osella ; ma perchè questo suo intrinseco valore non avesse mai a venire alterato, un altro decreto del di 11 gennaro Ili iti comandava, che « vedendosi assai bene correr per » le terre e spendersi per soldi 36 le monete dell’ annuo dono che * si fa in nome del principe, è conveniente farle dì prezzo equiva-» lente a quello che corrono, perciò far si debbano del peso e (i) Illustrazione delle medaglie dei dogi di Venezta denominate Oselle, Ve-neiìa iB34*