246 ne risultò uno spartito sì gigantesco e sì pieno, che se ne avrebbe materia a più opere. Il prim’ atto si compone d’ un quartetto d’introduzione con cori e banda militare sulla scena; d’ un terzetto ; d’una romanza della prima donna, 1’ Unglier, Bianca; d’ un duetto tra lei e il tenore Maricini, Armando ; d’un altro quartetto, e d’ un brillantissimo finale. Nel secondo è un’ aria di Moriani, un duetto tra lui e la Tadolini, Elvira; un altro duetto fra la Tadolini e 1’ Unglier, un bellissimo coro con accompagnamento dell’ organo, e un motivo del basso Marini, Gusmano ; poi un altro grandioso finale. Un terzetto tra i due tenori, il Moriani e il Baiestracci, Alvaro, e il Marini, un coro e un nuovo duetto delle due donne son 1’ atto terzo. Tutti questi varii pezzi musicali sono elaborati con grand’ amore, con profondità di studio, e con bell’ estro d’immaginazione, sì nel canto, che negli accompagnamenti, ma mirabile soprattutto nel lavoro del-1’ orchestra. Grande e maestosa, al pari del grand’ atto che si rappresenta, è la introduzione, e il vario e immaginoso lavoro, il concerto di que’ cori, di quella banda, delle prime parti e dell’ orchestra, è opera di gran mente e d’arte