1 52 LIBRO XLV, CAPO XVII. casse da un lato, per le molte loro esenzioni e franchigie, ed i privali cittadini dall’ altro, per li vantaggi e privilegi di quelli nell’esercizio delle arli nazionali ; dichiarò ai capi delle tre leghe, con lettera del 15 settembre 1764, che essendo prossimo il termine dell’ alleanza, la quale doveva cessare collo spirar del dicembre 1766, ora per allora la intendeva sciolta, nè voleva più rinnovarla. In conseguenza di questa intimazione si diedero pubblici ordini, perchè quegli stranieri fossero da quel momento obbligati a tulle le leggi dello stato; al pagamento di ogni e qualunque gabella, al pari di tutti gli altri ; e finalmente ad astenersi dall’esercizio di qualsiasi arte. Per l’osservanza di questi decreti fu deputata la solila magistratura degli esecutori contro la bestemmia: ed essa, collo spirare del tempo stabilito, fece sgomberare le botteghe possedute da loro e li allontanò dai posti, che occupavano. Diede il senato comunicazione del medesimo decreto anche alle provincie dell’ Istria e della Dalmazia, ove non pochi se ne trovavano. Appena giunse nella Rezia l’intimazione, che toglieva ai grigioni tanti privilegi e li assoggettava alla condizione di tutti gli altri, quella nazione mandò un ambasciatore a Venezia per far sospendere o modificare siffatte deliberazioni ; ma il senato rimase fermo nel suo proposito, ed il decreto ebbe quindi la sua pienissima esecuzione. Ho notato poche pagine addietro (1), a proposito dei grigioni, che il Darù, sotto 1’ anno 1762, sognando tentata dai veneziani, ma indarno, un’alleanza con essi, scriveva: « Venezia tentò di rinnovare » la sua alleanza coi grigioni per avere qualche polso di gente ; ma » la corte di Vienna trasse a monte quelle pratiche, e la repubblica, » punta, se la prese coi grigioni, che privò de’ suoi privilegi, e ri-» cusò persino alcune pensioni scadute già da molti anni. » Qui poi devo aggiungere, che lo stesso Darù, con una delle sue solite contraddizioni, ci fa sapere, poche pagine appresso (2), che « Venezia » era talmente avara dei più piccoli sacrifizi che esiger potesse la (i) Pag. 128 e seg. (a) Nel fine Jel § XVI Jel Ub. XXXV.